Islanda: diventa ufficialmente porto franco per la libertà d’informazione
Il parlamento islandese, con 50 voti favorevoli, zero voti contrari e un’astensione, ha approvato la proposta di WikiLeaks, nota come Modern media initiative, per trasformare il paese nordico in un “porto franco” per il giornalismo investigativo.
L’iniziativa di WikiLeaks, sito internet che pubblica documenti governativi e aziendali riservati, ha l’obiettivo di creare un’area dove vi sia piena libertà d’informazione e dove sia garantita la protezione agli informatori dei giornalisti. La Modern media initiative “potrebbe rappresentare un catalizzatore per una riforma legislativa sulla libertà d’informazione che è necessaria a livello globale”, recita il sito Index on Censorship. Secondo la parlamentare europea ed ex magistrato Eva Joly, “la mozione stimola l’integrità e la trasparenza da parte dei governi”. L’Islanda potrebbe presto diventare, quindi, il fulcro delle attività dei media internazionali digitali, editori, banche dati, e organizzazioni per i diritti umani. L’accoglimento della proposta di WikLeaks giunge proprio mentre il suo fondatore, l’australiano Julian Assange, è ricercato dal governo Usa con l’accusa di divulgazione di materiali militari classificati.
Il sito di controinformazione avrebbe infatti ricevuto da un ex soldato di stanza a Baghdad, Bradley Manning, documenti e video molto imbarazzanti per il Pentagono: le drammatiche immagini dell’elicottero Usa che spara sui civili a Baghdad, un dossier di 260 mila pagine che rivelano maltrattamenti sui civili, e sopratutto un video che testimonierebbe la strage di 147 civili afgani uccisi lo scorso maggio in un bombardamento Usa.
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