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Iside secondo Antonio Corradini

Iside secondo Antonio Corradini
Luglio 16
15:34 2010

2911_Iside_CorradiniCarlo VI d’Austria fu il protettore di uno scultore fra i più celebri del barocco italiano: Antonio Corradini morto nel 1752 ed autore di alcune sculture enigmatiche e simboliche come la “Pudicizia velata” commissionatagli dal Principe Raimondo di Sangro per la sua cappella funebre, la famosa “Cappella Sansevero” , o “Pietatella”di Napoli. Lo scultore veneto scolpì numerose volte figure velate (vedi la donna velata ora al Louvre). Queste figure avevano profondi significati alllegorici e valenze simboliche. Raimondo di Sangro fu alchimista, Rosacroce e fondò a Napoli le più importanti logge massoniche della sua epoca, Corradini stesso appartenne alla massoneria, come del resto Piranesi. I due si conobbero a Roma all’interno della medesima loggia. “Nella Pudicizia velata Corradini realizza la scultura secondo i canoni classici della statuaria antica: un corpo di donna precisamente delineato nei contorni e nei volumi, al di sopra del quale è posto un sottilissimo velo aderente alla pelle come se fosse bagnato e che forma dunque pieghe sottili che si infittiscono solo nelle zone cave della statua”. (1)

Un vaso bruciaprofumi, il cosidetto “Atanor” secondo il lessico ermetico, posto ai piedi della statua allude alle fumigazioni sacre. La folta vegetazione formata da arbusti di quercia allude anch’essa al tema della “prisca sapientia”, in quanto la quercia, secondo la tradizione esoterica, è l’albero della conoscenza del bene e del male. La pudicizia velata fu commissionata al Corradini dal Di Sangro in memoria della madre,Cecilia Gaetani dell’Aquila D’Aragona, la quale lo lasciò in tenerissima età, un anno dopo la sua nascita . In termini rosacrociani” la Pudicizia velata rappresenta la Generatrix , la Rosa Aequitatis, la Sapienza salomonica; la rosa ermetica, chiusa a bocciolo nella mano sinistra, è la prova del sapere rosacrociano; ma essa è anche ammantata da un velo che dissimula “il discernimento della realtà”, così come Iside, sacerdotessa di tutti i misteri”. (2)
Dunque Iside è “TUTTO CIO’ CHE FU, CIO’ CHE E’, CIO’ CHE SARA’ . NESSUNO OSO’ MAI SOLLEVARE IL SUO VELO”.
Venere eternamente nuda, Iside perennemente velata. L’una simbolo della verità, l’altra del mistero. Entrambe cariche di eros: ma due forme di eros differenti. L’una dell’impulso irrefrenabile, (leggi il carme 76 dei “Carmina Burana”), l’altra del volto scuro della luna e della sua luce misteriosa, carica di enigmi indecifrabili.
Con Caio Giulio Cesare la potenza dirompente del culto isiaco giunse a Roma insieme a Cleopatra, impersonificazione vivente di Iside. Cleopatra soggiornò a Nemi, nella villa che Cesare costruì sulle rive del lago e che poi divenne di Caligola. Una squadra di archeologhe danesi recentementeè giunta a Nemi ha dato impulso con scavi significativi al recupero ed a nuove ipotesi scientifiche su questa villa. A Nemi sono stati rinvenuti numerosi oggetti propri del culto isiaco: il “SIMPLUM” (ora custodito al Louvre di Parigi), piccolo vaso rotondo, con lunghissimo manico di forma particolare, quasi un mestolo, per versare il vino dal “Cratere”- il “Simpluvium”, vaso delle libagioni sacrificali, e un “Sistrum”, il Sistro , sorta di sonaglio musicale, emblema stesso di iside, e suo segno di riconoscimento musicale. (3)
Di Iside Caligola si innamorò a tal punto da costruire le sue celebri navi sacre, riaffiorate dopo centinaia di anni dalle acque del lago di Nemi, e poste nel Museo, costruito appositamente. Nel 1944 però le navi furono distrutte da un incendio doloso. Di quel recupero ci restano degli importanti filmati dell’istituto Luce. Quei filmati sono entrati a far parte di una trasmissione divulgativa televisiva di successo “SUPERQUARK” . Questa trasmissione televisiva vale la pena di essere rivista con calma, per notare quanti luoghi comuni il commentatore ha ribadito, perpetuando purtoppo un tragico errore storico su Caligola:” che fosse pazzo e insano di mente, a tal punto da nominare ministro il suo cavallo bianco, che ordinasse ai suoi soldati di raccogliere conchiglie, che ordinasse alla luna di giacere con lui ogni notte nel suo letto, che si facesse adorare come fosse un Dio”. Il recente studio di Maria Grazia Siliato “Il Giovane Imperatore e il sommerso mistero delle navi di Nemi”, rettifica questi errori storici;gli storici di parte avversi a Caligola hanno di fatto condizionato a lungo i posteri con calunnie e menzogne costruite ad arte per distruggere e denigrare la vera identità di Caligola e poterne così giustificare il prematuro assassinio. Caligola fu infatti nella storia romana un imperatore scomodo che in soli cinque anni di potere assoluto osò rivoluzionare l’olimpo della religione ufficiale romana, votandosi “anima e core” (come si direbbe oggi in dialetto romanesco) alla consacrazione dell’amore per Iside.
Il 10 luglio all’interno del Giardino di Diana, Maurizio Bignardelli al flauto, Domenico Ascione al liuto arabo e l’attrice RA LUCA nei panni della Pudicizia velata vivente (ovvero Iside) hanno offerto al pubblico di amici del proprietario ed amanti dei culti isiaci e delle storie antiche di Nemi un saggio di improvvisazione mimico-musicale. L’attrice figurante, si è mossa con piccoli gesti rituali, trattenendo il respiro sotto i veli e le corone di rose, riproponendo la statua vivente del Corradini, mentre Maurizio Bignardelli ha anch’egli fatto ulteriori gesti rituali per cogliere l’essenza della religiosità isiaca, misteriosa, enigmatica e trattenuta da veli per svelarla ed osare ciò che non si poteva per dovere religioso. Ciò che la religione non osa il teatro può realmente svelare!
Il pubblico, che aveva gradito precedentemente alcuni abbinamenti miele-formaggi proposti dal proprietario in una conviviale riunione a lume di torce naturali è apparso stupito, ma profondamente colpito da un performance così intima, silenziosa e musicalmente affascinante, dato il timbro ed il colore del liuto arabo “toccato” sapientemente da Domenico Ascione, docente di chitarra classica presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma.
Gli artisti sono stati lungamente applauditi ed sono stati invitati nuovamente ad esibirsi ancora presso il Giardino di Diana il prossimo 24 luglio, sabato, sempre a partire dalle 21.00 in poi, per una nuova “session” di improvvisazione musicale che scorrerà lenta nel cuore della notte estiva nel suggestivo lago nemese.

Maurizio Bignardelli

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