Iscrizioni guardando al futuro
Ogni anno circa mezzo milione di studenti viene iscritto, in Italia, al primo anno di scuola superiore. Viene iscritto, in quanto artefici della scelta sono in larga misura i genitori, che proprio in questo modo cominciano a indirizzare i propri figli verso il futuro, individuale e professionale, che ritengono più promettente o ripagante per loro.
Nel 2014 le iscrizioni (al 70% effettuate online) sono state complessivamente poco più di 537mila, ripartite in maniera molto differenziata nei vari corsi di studio.
La scelta è caduta, per il 49,8% sui licei (classico, linguistico, scientifici con vari orientamenti, di scienze umane, musicale, ecc.), mentre l’altra metà degli studenti è stata destinata agli istituti tecnici (30,8%) e a quelli professionali (19,4%, e in quest’ultima cifra sono compresi anche i cosiddetti IeFP, i percorsi di formazione professionale alternativi alla scuola, prescelti comunque per un’esigua minoranza di ragazzi). Esaminando meglio le tabelle cumulative comunicate dal Miur, si nota però una notevole disparità di genere: se i maschi contribuiranno alle classi liceali solo per il 32%, saranno la maggioranza negli istituti tecnici (67,8) e in quelli professionali (56,6).
Nei dati relativi agli ultimi anni non si riscontra alcun incremento di interesse (anzi, una leggera diminuzione) per gli studi rivolti più direttamente al mondo del lavoro, comprese le poche aree che manifestano prospettive maggiori o stazionarie di occupazione, come quelle commerciali, turistica, alberghiera. Per quanto riguarda i licei (con un orario settimanale di lezioni minore rispetto agli istituti professionali), la maggiore attrattiva è esercitata da quelli cosiddetti ‘aperti’, che prediligono una formazione orientata alla comunicazione e ai linguaggi del corpo, dell’arte e della musica, mentre si attestano soltanto al 21% le iscrizioni ai licei ‘duri’ tradizionali, il classico e lo scientifico.
Esprime, tutto questo, la ricerca di un percorso rispondente a istanze ‘creative’ dei propri figli, spinti a realizzarsi nel mondo del cinema, dello spettacolo e dello sport, come predicato dalla politica negli ultimi venti anni? O è la tendenza ad allontanarsi dalla ‘realtà del sacrificio’ attuale, considerato che il domani è quanto mai fumoso e incerto? Può anche essere indifferenza ad acquisire conoscenze e competenze che appaiono già abbastanza superflue nel mondo contemporaneo, e ancor più in quello futuro, fa osservare Arturo Marcello Allega, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Industriale ‘Giovanni xxiii’ di Roma.
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