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Intervista all’attore Fabio Morici

Intervista all’attore Fabio Morici
Gennaio 10
16:39 2013

FabioMoriciPubblichiamo un’intervista fatta all’attore Fabio Morici che sta interpretando uno dei personaggi fissi della mini-serie TV L’Isola. La mini-serie TV sta riscuotendo un costante consenso di pubblico.

D. Com’è stata l’esperienza sul set de “L’Isola”?
R. Molto stimolante. E anche avvincente! Le scene in mare erano tutte vere, le motovedette, le onde. Il che ha regalato molta “action” non solo alla serie, ma anche al nostro lavoro.

D. L’Isola sta ottenendo un ottimo successo in termini di audience. Te lo aspettavi?
R. Ho sempre avuto fiducia nella trama e nei personaggi. La serie, già sulla carta mostrava grandi potenzialità di coinvolgimento. Poi in mano a un regista come Negrin, il tutto ha preso il volo… anzi, il largo!

D. Com’è stato lavorare al fianco di attori di fama ed esperienza come Andrea Giordana e Simone Montedoro?
R. Trovarsi sul set con un attore del calibro di Andrea Giordana, dà subito l’idea che stai facendo qualcosa di importante. È una garanzia in più sulla forza del progetto. Come se non bastassero i nomi di Carlo Degli Esposti, Alberto Negrin, Ennio Morricone! Simone Montedoro, oltre che un bravissimo attore, con una recitazione incisiva ma mai pesante, è anche un ottimo compagno di viaggio. E se lo dice un marinaio, dovete crederci! Ci siamo sempre fatti un sacco di risate con Simone. E poi è stato importante per il progetto, perché è un volto molto amato proprio su Rai Uno. Ci ha senz’altro portato buona parte del suo pubblico.

D. Com’è stato lavorare con un regista di esperienza come Alberto Negrin?
R. Pazzesco! È stato pazzesco. Sul set è una macchina da guerra, un Generale. Il primo ad arrivare, l’ultimo ad andar via. Non si ferma mai, non si siede mai. Grida per impartire ordini tutto il giorno, ma non ha mai avuto il minimo calo di voce in mesi di lavoro. Tiene sempre alta la tensione sul set, chiedendo a tutti il massimo della concentrazione, il massimo dello sforzo. Misurarmi con tutto questo, per me è stata una grande soddisfazione professionale e personale. Grazie a lui ho sempre avuto chiaro l’obiettivo. Inoltre ti fa sentire parte di una grande squadra. Anzi, di un grande battaglione!

D. Parlaci di questo personaggio che interpreti ne “L’isola”.
R. Massimo Schintu crede nel suo lavoro, nella divisa, ama il mare e la tecnologia, che manovra con grande disinvoltura. Per lui essere entrato nella ristrettissima cerchia di fiducia del Comandante Riva è motivo di orgoglio. Sul campo è uno di quelli a cui puoi chiedere davvero tutto, e non ti deluderà. Un suo grande pregio, secondo me, è che nell’affrontare gli ostacoli del lavoro e della vita, riesce a tenere una certa leggerezza di fondo, che rasserena anche chi gli sta accanto. Certo, nella vita privata fa un bel po’ di casini! Finora lo si è visto alle prese con questo misterioso neonato, ma è un disastro! Nel finale si svelerà come mai ci sia questo bimbo nella sua vita. Sarà una sorpresa emotivamente forte.

D. So che sei impegnato anche su altri fronti. Autore e interprete di web series, autore radiofonico, attore teatrale, scrittore. Diciamo un artista poliedrico. Ma andiamo con ordine: parlaci della tua esperienza con le web series. Cosa sono le “Pillole di Becchinaggio”?
R. È una web series di cui sono autore insieme ad Alessandro Bardani. E faccio parte del cast. Tra i protagonisti c’è Francesco Montanari. È un tentativo di portare lo humor nero nella sitcom italiana. I due protagonisti sono due becchini. Io sono un rappresentate di articoli funebri. Insomma, si ride su tematiche molto “dark”, per così dire! La prima stagione, di 5 puntate, è andata in onda su Repubblica.tv.

D. È un campo molto interessante quello delle web series, in grande espansione. Pensi di lavorarci ancora?
R. Certamente sì. Lo sto già facendo. Ho appena girato come protagonista una nuova web series, comica, scritta da Fulvio Di Meo. Sarò uno psicologo molto sui generis. Credo sarà online entro fine gennaio. Ma non anticipo nulla per il momento… Non mi ricordo se sono autorizzato! Forse ho già detto troppo. (ride) Comunque, sto studiando molto attentamente il settore delle web series. Mi interessa sia come attore che come autore. Ma anche come studio in sé: sono laureato in Scienze della Comunicazione e i media, i linguaggi, mi interessano a prescindere. Per quanto riguarda Youtube e derivati, il primo dato che emerge è che c’è una nuova generazione che ha saltato la tv è ha cominciato a fruire contenuti direttamente sul web. Ma la vera novità è che i fruitori sono anche fornitori di contenuti. Youtube è un social network, prima di tutto, fatto di video invece che di chat. Quindi creare contenuti per la rete è una bella sfida. Perché ci sono già milioni di potenziali produttori.

D. Passiamo alla radio. Parlaci della collaborazione con Lillo e Greg.
R. Beh, qui apri il mio capitolo preferito. Quando andavo al Liceo, fecero un concerto dei “Latte e suoi derivati” vicino casa. Li vidi esibirsi per la prima volta. Fu amore a prima vista. Da quel momento in poi ho visto tutto quello che hanno fatto. In teatro, in tv, in radio. Il mio spiccato senso dell’assurdo, si è sviluppato grazie a loro. Il mio gusto comico è molto vicino al loro. E quindi anche ai Monty Python, Andy Kaufman, o in Italia, Nino Frassica, per fare alcuni esempi. Insomma, il regno del non-sense. Dopo anni di formazione in tal senso, nel 2009 ho fermato Lillo dopo un’esibizione, gli volevo dare un dvd con un mio sketch comico ispirato ai loro… la cosa assurda è che Lillo mi ha riconosciuto! Conosceva già i miei sketch, li aveva visti su Youtube e gli piacevano un sacco. Mi ha detto “Dobbiamo fare qualcosa insieme”. Lì per lì ho pensato fosse una specie di candid camera… Ma poi invece ho iniziato a scrivere e interpretare sketch nel loro mitico programma su Radio2, “Sei Uno Zero”. E la collaborazione dura tuttora.

D. E in più sei anche uno scrittore. Hai già pubblicato “Appena il tempo di andar via”, parlaci di questo romanzo.
R. Il mio primo romanzo edito. Un’avventura elettrizzante. I reading, i premi letterari. Purtroppo le piccole case editrici fanno una fatica immane a distribuirsi. È dura emergere come scrittore. Nel frattempo però il libro è diventato anche una sceneggiatura. E chissà che non si apra una nuova strada per quella che reputo una storia molto affascinante. Molto forte. Magnetica. Altrimenti non l’avrei raccontata! Tutto ruota attorno a un tizio, Duncan, che se ti guarda negli occhi vede come morirai. Attorno a lui si intrecceranno i destini del protagonista e altri quattro personaggi. È una grande avventura on the road, e una grande storia d’amore dispersa nello spazio-tempo.

D. Fra tutte queste passioni ne sceglieresti una in particolare se dovessi pensare al tuo futuro?
R. Sembrano tante, ma in realtà le professioni, o meglio i mestieri, sono solo due: attore a scrittore. Solo che possono essere declinati in tantissimi modi, se ne hai la voglia e la capacità. Non penso di poter rinunciare a nessuno di questi due mestieri. Sono nati insieme, quando ero ragazzino. E insieme moriranno. Poi se devo dirti quale di queste varie declinazioni mi darà da mangiare di più, boh, vedremo!

D. Cosa vedi nel tuo futuro prossimo?
R. La fine di questa intervista! (ride)

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