Interrogazione parlamentare di Piera Aiello sulla discarica di Albano
L’autorizzazione alla Pontina Ambiente andava revocata in quanto gravata da interdittiva antimafia
Allegato all’interrogazione lo studio epidemilogico redatto dal Partito Comunista dei Castelli Romani
La deputata Piera Aiello ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’interno, al Ministro della salute, al Ministro della transizione ecologica.
La deputata Piera Aiello, del gruppo Italia dei Valori, è stata collaboratore di giustizia e ha una storia autorevolissima di lotta alla mafia. Il 25 luglio 2008 viene nominata presidente dell’associazione antimafie di Milazzo. Il 24 ottobre 2012 presenta il suo libro Maledetta Mafia. Nel 2015 viene assunta insieme ad altri 12 collaboratori di giustizia alla Regione Siciliana dal presidente Rosario Crocetta. Il 10 dicembre 2016 viene nominata Presidente onorario dell’Associazione Antimafie e Antiracket – Paolo Borsellino – onlus di Marsala. Il 23 maggio 2017 viene eletta Presidente dell’Associazione Antimafie ed Antiracket “La verità vive” Onlus.
In merito all’autorizzazione alla società che gestisce la discarica di Albano, la deputata Piera Aiello è durissima: “si tratta di un’autorizzazione che, ad avviso dell’interrogante, doveva essere revocata alla società Pontina Ambiente s.r.l., come previsto dall’articolo 94, comma 2, del decreto legislativo del 6 settembre 2011, n. 159, in quanto gravata da provvedimento interdittivo antimafia, con atto prot. N.61392/Area I Bis/O.S.P. del 13 marzo 2014. Quindi se chi di competenza avesse applicato la legge, per l’interrogante non sarebbe stato possibile trasferire le attività alla Ecoambiente s.r.l.”.
Continua la deputata Piera Aiello: “i valori di rilevamento da parte di Arpa Lazio sul determinato sito rimangono superiori a quelli previsti per legge sia nel sopralluogo effettuato nel 13 agosto 2019 e sia in quello del 15 giugno 2021 (Arpa Lazio prot. del 2 marzo 2020 e prot. del 21 giugno 2021). Ciò lascia desumere che, se ancora la falda acquifera risulta contaminata, evidentemente non sono state fatte opere di bonifica idonee a sanare tale falda”.
“Inoltre, l’interrogante segnala che tale discarica è posta nelle immediate vicinanze di abitazioni civili, tant’è che uno studio epidemiologico rileva come l’incidenza di malattie tumorali e di mortalità per gli abitanti di queste zone è molto elevata rispetto la media regionale, addirittura la mortalità per il tumore ai polmoni nell’area a ridosso della discarica è più alta del 330 per cento rispetto al corrispondente dato medio della regione Lazio”.
Lo studio epidemiologico citato è stato redatto dal Partito Comunista dei Castelli Romani.
Conclude la deputata Piera Aiello: “Nonostante tutte queste «anomalie», la sindaca di Roma, Virginia Raggi in data 16 luglio 2021 ha emesso un’integrazione dell’ordinanza del giorno precedente in cui si autorizza la riapertura della discarica di Roncigliano, sotto gestione della società Ecoambiente s.r.l.; quindi, in base alla documentazione anche in possesso dell’interrogante, si riapre una discarica che continua ad inquinare una falda acquifera già con valori superiori previsti dalla legge, i cui abitanti limitrofi hanno probabilità di ammalarsi o morire molto più elevate del resto della popolazione regionale ed il tutto è gestito da una società che ha avuto l’autorizzazione Aia da una società gravata da provvedimento interdittivo antimafia”.
“In considerazione della relazione dell’Arpa Lazio del 21 giugno 2021, ci si chiede se sia stata prodotta, per la riapertura della discarica la valutazione dell’incidenza ambientale (VIncA) che viene disciplinata dall’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, così come sostituito dall’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120 (Gazzetta Ufficiale n. 124 del 30 maggio 2003). Ai sensi dell’articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, detta valutazione è inoltre integrata nei procedimenti di Via e Vas”.
“Va ricordato che, in questo contesto, si parla della salute dei cittadini italiani, bene tutelato dalla Costituzione. Se e quali iniziative e controlli, i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare in relazione alla riapertura della discarica, alla valutazione dell’incidenza ambientale e ai rischi per la salute per i residenti delle aree limitrofe alla discarica”.
Adesso le gravissime autorizzazioni della Raggi e di Zingaretti concesse ad una società sotto interdittiva antimafia diventano un caso nazionale di competenza del Ministro dell’Interno per quanto concerne le illegalità compiute nel rilascio delle autorizzazioni, del Ministero della Salute, con riferimento ai gravissimi problemi sanitari denunciati con lo studio epidemiologico redatto dal Partito Comunista dei Castelli Romani, e del Ministero della Transizione Ecologica in merito all’inquinamento delle falde acquifere.
Si riapre una discarica che continua ad inquinare una falda acquifera già con valori superiori previsti dalla legge, i cui abitanti limitrofi hanno probabilità di ammalarsi o morire molto più elevate del resto della popolazione regionale ed il tutto è gestito da una società che ha avuto l’autorizzazione Aia da una società gravata da provvedimento interdittivo antimafia e il Sindaco di Albano se ne sta tranquillamente in vacanza, sostenendo che non ha alcun elemento per firmare un’ordinanza urgente per la chiusura della discarica di Albano.
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