INTERESSANTE DUPLICE CONFERENZA NELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI GENZANO, NELL’AMBITO DELL’INIZIATIVA VOCI DI DONNE
Nell’ambito della Giornata internazionale della Donna, l’iniziativa Voci di Donne nel cinema, nella letteratura e nella musica il Comune di Genzano e la Biblioteca comunale Carlo Levi hanno proposto una serie di iniziative molto interessanti.
Tra queste, domenica 10 marzo nella biblioteca stessa, alla presenza delle Autorità cittadine, con il Sindaco Carlo Zoccolotti e le Assessore Francesca Piccareta alle Politiche sociali e Antonella Paternoster all’Istruzione, il coraggioso pubblico dopo aver affrontato un nebbione fitto fitto ha potuto assistere nella stessa serata a due eventi molto interessanti.
Alle 17:00 l’autrice Rosanna Massi, per anni direttrice del Basc a Frascati, ha presentato con la scrittrice Maria Pia Santangeli il delizioso libro La credibilissima favola di Afrodite, un’opera ch’è un gioco apparentemente semiserio, di briosa presa di coscienza relativa a quello ch’è un problema nato dai tempi dei tempi: la pacifica convivenza tra i membri – e ne ce sono tra le pagine, a iosa! – di diverse identità di genere, convivenza troppo spesso inficiata da mentalità tutt’altro che ligie al rispetto democratico e paritario.
Definita dalla Santangeli una Giamburrasca in gonnella, Rosanna Massi fra ironia e umorismo, tra le pagine offre un gustoso gioco di parole – interpretato con simpatia e bravura attraverso le letture di Maria Grazia Forcina – e rende chiaro il messaggio al quale tende l’opera.
Quest’ultima, infatti, si rifà proprio all’eterna disputa tra l’universo maschile e femminile, tra la forza e la diplomazia, tra lo scettro tanto caro agli dei e agli uomini e il prestigio di un potere che dona la vita, gemma preziosa dell’universo femminile: dualismo ch’è frutto di una prevaricazione – e le pagine finali del libro fanno riflettere, con Zeus che gradualmente usurpa il tempio di Dione, dea madre che conciliante media, mirando a un relazionarsi basato sul rispetto, senza sopraffazioni, bensì caratterizzato da un’universale, condivisa sorgente d’amore.
Una dea madre ed ecco che, dopo un breve intervallo con piacevole pausa ristoratrice offerta dagli accoglienti organizzatori, l’archeologa Paola Sozio ha illustrato la figura di Marija Gimbutas, donna, archeologa, visionaria, raccontando la sua storia di giovane studiosa lituana emigrata in America, nella quale riscontra autorevoli consensi accademici per le sue attività di studio e ricerca in quella che definisce Vecchia Europa, culla nella quale nascono le prime civiltà antecedenti ai Sumeri e agli Egizi: comunità neolitiche nelle quali non si riscontrano segni di belligeranza; da manufatti, sculture, pitture, statuette di ceramica la studiosa raccoglie testimonianze di un’intensa vita religiosa legata proprio a una divinità primordiale, una Dea nata da Se Stessa, donatrice di vita, dispensatrice di morte e rigeneratrice. Si tratta, secondo le teorie della Gimbutas di un’unione di vita e natura che gli antenati avevano compreso osservando, conoscendo, esplorando e rispettando la stessa Madre Terra. Tutto questo testimoniato, secondo la studiosa, dalla simbologia sacra, emersa dai reperti ritrovati durante le campagne di scavo: tutto riconduce a una dea legata alla procreazione.
Le scoperte di Marija Gimbutas – continua la relatrice – tracciano una mappa della Vecchia Europa, antica civiltà che precede l’Età del bronzo: una preistoria orientata al femminile, senza distinzione di rango, pacifica, non dominata dal potere maschile, senza armi e non riportata nei libri di storia, forse perché senza re e guerre non si adattano alla definizione “ classica “ di civiltà.
In realtà, faceva notare la Gimbutas ove si canta, si danza, ci si dedica all’arte, attività praticate nel neolitico e riscontrate nelle ceramiche e nei loro complicati disegni si può parlare di vera, pacifica civiltà e il seme che nella terra germoglia è la vera essenza della religione della Dea.
Contestata negli ambienti accademici quando ha avvicinato l’archeologia alla mitologia, Marija Gimbutas ha continuato il suo lavoro lasciando a noi tutti un’importante testimonianza d’un’esistenza nel passato di una società primordiale fatta di pacifica convivenza, basata sull’essenza spirituale che viene dalla Natura.
La visione di interessanti diapositive, ben commentate dalla dott.ssa Sozio al termine della sua interessante conferenza ha chiuso questo incontro, svoltosi nell’accogliente sala della biblioteca nella quale era allestita la coreografica e originale mostra – visitabile fino al 29 marzo – del maestro mosaicista Carlo Cingolani sulle donne che hanno lasciato importante impronta nella storia.
Voci di donne… che siano sempre più ascoltate nel rispetto della loro essenza che dal passato che mette in evidenza – a saperlo studiare, conoscere, ascoltare! – il loro messaggio di pace e di vita.
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