Intellettuale o Grillo-parlante?
Il grande silenzio – Intervista sugli intellettuali
Alberto Asor Rosa a cura di Simonetta Fiori
9788842089865
Laterza
€ 12 e-book disponibile € 7,99
Alberto Asor Rosa, si apre alla penna di Simonetta Fiori, inviata del quotidiano la Repubblica, e lo fa con un testo utile e dilettevole. Racconta non tanto del silenzio volontario quanto della ‘messa a tacere’ dell’intellettuale (una volta chierico, savant, maître à penser), in un sistema nel quale le delocalizzazioni tecnologiche hanno sfaldato la borghesia ‘illuminata’ e la politica ha cambiato completamente volto. Lo fa partendo dalla propria storia di italianista di fama, quarant’anni di università e una formazione politico/culturale di stampo novecentesco.
La stagione che racconta (lo tesserò nella gioventù comunista l’allora segretario Fgci Enrico Berlinguer), è lontana pochi lustri, ma distante anni luce dalla situazione attuale. I giovani studiosi, filosofi, scrittori, ragionavano per gruppi di appartenenza, discutevano animatamente riguardo l’organicità al partito; leggevano i Quaderni gramsciani nell’ambito di una formazione ortodossa, senza tralasciare, mai, la coltivazione del pensiero critico. Per Asor Rosa (cognome palindromo opera di un avo mugnaio) studente universitario, cercare oltre era anche frequentare una biblioteca americana, voluta quale avamposto culturale nell’Italia post-bellica, dalla quale attingeva i testi ‘sconsigliati’ dal partito. Gli autori che vi trovò lo convinsero meglio, e di più, d’aver fatto la scelta giusta. Scelta difesa davanti alle incalzanti domande della Fiori che lo conducono ad analizzare i motivi che indussero lui e altri intellettuali a non vedere per tempo i limiti del PCI, nemmeno dopo le denunce attorno alle sopraffazioni delittuose del regime stalinista. Attraverso attenti passaggi, Asor Rosa racconta i disincanti derivati dalla politica, ridati indietro sotto forma di cambiamenti di rotta, non barricandosi dietro le sole ragioni storiche e guidando il lettore, attraverso note professionali/politiche, ad ‘incontrare’ molti intellettuali italiani che hanno fatto la seconda metà del ‘900; ricostruendo una ricca contestualizzazione dei meccanismi che hanno regolato per decenni il passaggio delle idee. Almeno finché tali meccanismi non si sono inceppati a causa di una complessa (pericolosa secondo l’autore) commistione di vuoto nel dibattito politico e culturale. Vuoto amplificato, in parte, dai media massificati (tv, internet) coprotagonisti dell’avanzata della ‘civiltà montante’: «crescente e smisurata diffusione degli strumenti d’informazione (…) L’omologazione intellettuale viaggia sui binari dell’omologazione economica e sociale….», un processo di omogeneizzazione universale abitato in Italia, anche dall’anomalia berlusconiana. Perché leggerlo: seppure sia un titolo risalente al 2009, già datato rispetto ai cambiamenti veloci prodottisi in molti ambienti, il libro-intervista è avvincente come un racconto di storia moderna/contemporanea. Presenta con rigore e metodo contesti e ragioni ed infine, come ogni intellettuale che si rispetti, dopo la critica Asor Rosa propone molti spunti volti al superamento dell’esistente: suggerendo risorse ancora molto attive contro il livellamento culturale e accennando al proprio attuale percorso ambientalista. (Serena Grizi)
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