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Install, di Risa Wataya

Install, di Risa Wataya
Gennaio 16
23:00 2013

Risa-Wataya-InstallSono incappato in Risa Wataya leggendo 1Q84 di Murakami, per certi tratti comuni con uno dei suoi personaggi: Wataya, come la Fukaeri di Murakami, è una scrittrice che ha vinto a diciassette anni un importante premio della narrativa per esordienti indetto da una rivista letteraria giapponese. Il romanzo di Haruki Murakami è del 2009-2010; Wataya vinse il premio della rivista Bungei con Install nel 2001.

Due anni dopo, questa giovane scrittrice ha vinto anche il prestigiosissimo Premio Akutagawa (di cui si parla in lungo e in largo in 1Q84) con la sua seconda opera narrativa, Solo con gli occhi, anch’essa una novella. Questo secondo premio ha fatto di Wataya l’autore più giovane ad averlo vinto. Risa Wataya è anche nata nel 1984, una curiosa coincidenza con l’ambientazione di 1Q84. Murakami non è uno scrittore allegorico, ma, per sua stessa dichiarazione, «metaforico»: procede cioè per somiglianze, tratti sincretici, punti di contatto interni ed esterni alle sue narrazioni. Sarebbe ardito e fuorviante pensare che il personaggio di Fukaeri sia una raffigurazione di Wataya, nonostante, per gioco, quest’ultima appaia come Fukaeri nell’opuscolo che l’editore giapponese di Murakami ha dedicato a 1Q84.
Install è una narrazione che non può accampare grandi pretese nell’ambito letterario maggiore. È scritta però bene, attraverso una serie di espedienti narratologici maturi, ma che in parte finiscono col ritrovarsi lì nelle pagine per accumulazione retorica piuttosto che per innovazione espressiva. Per un autore di diciassette anni è senz’altro un buon racconto, è chiaro. La trama si incentra sulla protagonista, anch’essa diciassettenne, che marina la scuola a tempo indeterminato e incontra nel palazzo un bambino che le propone di fingersi una prostituta oberata da lavoro e attività domestiche, e fare della chat erotica in vece della signora, alternandosi con lui a scopo di lucro.
Wataya offre un quadro della visione adolescenziale e una serie di topoi giapponesi interessanti, in via propedeutica, per noi occidentali. Il suo linguaggio è asciutto e anche sboccato, ricco di ironia, dettagli ambientali e situazioni buffe. Ma non va oltre questi elementi, pur pregevoli, a mio modo di vedere. Riguardo al romanzo di Murakami che mi ha spinto a leggere questo libricino, Install non offre un contributo significativo per intendere il carattere complessivo di 1Q84, ma solo alcune questioni relative agli scrittori giapponesi di nuova generazione.

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