INSIEME PER TUTELARE IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI
In data 29/08/2019, presso l’attuale sede del Parco Regionale dei Castelli Romani sita in Monte Porzio Catone, si è tenuto l’incontro pubblico: “INSIEME PER TUTELARE IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI”. L’evento è stato presenziato dal presidente del Parco, dal presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini e da diversi sindaci dei Castelli come il sindaco di Monte Porzio Catone e il sindaco di Rocca Priora. La tutela del Parco e l’incendio sono stati alcuni temi affrontati. “Momenti di prova, forte emotività” che va razionalizzata e tradotta in qualcosa di concreto, tramite proposte “per la ripartenza”. Il fuoco come ciclo che si ripete, spesso “calcolato alla prima pioggia”, dove per contrastarlo sono utili le “barriere frangifuoco”, la tecnologia (il Parco ha di recente acquistato un Pick-up dotato di modulo antincendio dotato di un’autonomia di circa cinquecento litri di acqua e due pompe atte a combattere i focolai), le “buone pratiche” come il taglio dell’erba, il corso DOS (Direttore delle operazioni di spegnimento) per i Guardiaparco, l’utilizzo del fuoco prescritto per prevenire e arginare il fuoco stesso ma alcuni problemi di natura organizzativa vanno risolti: strade di accesso, attività operative e responsabilità ripartita. All’interno del Parco rientrano quindici Comuni dove ognuno emana ordinanze di pulizia dei fondi mentre la Comunità Montana è proprietaria dell’aria che interessa in particolar modo la zona archeologica di Tuscolo ma sono presenti anche fondi privati. Prevenzione quindi, risorse per la tutela, incentivi per la prevenzione e la pulizia dei lotti incolti (pubblici e privati) e strumenti quali ordinanze, controlli, autorizzazioni, sanzioni… Problema burocratico e istituzionale. “Azioni concrete”, passaggio a operatività e coordinamento dove “le cose da fare sono tante”, anche a livello economico. L’incendio possiede una potenza, un’intensità che comporta complicazione alla fase di spegnimento, per via dell’elevata temperatura che raggiunge, dove a Monte Tuscolo e a Monte Fiore ha bruciato in maggioranza il secco erbaceo. Affrontare il problema burocratico e istituzionale: prevenzione, competenze, collaborazione, operatività. Azioni collettive per abbattere CO2 e, tra le varie azioni, c’è il rimboschimento, dove la coscienza collettiva è fondamentale per migliorare la qualità dei boschi esistenti. Riforestazione, la cui presenza degli alberi mitiga il clima e pertanto va incrementata, anche se nei Castelli il verde non manca e il patrimonio forestale è rilevante per le varietà di specie presenti. Affrontato anche il tema Cinghiale: la segnalazione al Parco della sua presenza “è giornaliera”. C’è un problema di numero e di spostamento nelle aree urbane. L’immondizia e l’alimentazione “urbana” attirano i Suidi (Suidae, famiglia di appartenenza del cinghiale). Sono fondi destinati al risarcimento per danni provocati dalla fauna selvatica, recinzioni elettromagnetiche di prevenzione a basso voltaggio… L’attività venatoria nel Parco è vietata e il contrasto naturale, ossia il Lupo, non è presente. Il Parco e la Comunità Montana si sono impegnati per i prossimi due anni a piantare almeno mille alberi. “Contrasto e lotta attiva contro l’incendio”, cultura ambientale, coscienza collettiva e naturalmente educazione ambientale.
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