Indagini sul Monte Artemisio. A proposito di Alba Longa
In questo articolo, propongo alcuni sviluppi sul Monte Artemisio, completo di cartina esplicativa e foto dei reperti inerenti ai punti (in rosso). Messi insieme questi punti, dove ho fotografato gli ultimi reperti , abbiamo sulla dorsale dell’artemisio una sequenza di villaggi (o villaggio ) lunga 1.5 km – Riccardo Bellucci
Foto 1 Cartina esplicativa della dorsale dell’Artemisio
Punto 1) 1 foto Reperti Monte Spina
Punto 2) 2 foto Reperti Monte dei Ferrari (Castelliere)
Punto 5) 2 foto reperti Colle del Vescovo
Punto 3) 2 foto reperti Monte Peschio
Punto 3) Monte Peschio peso da telaio
L’ubicazione di Alba Longa madre di Roma ha sollecitato studiosi da secoli, senza approdare a nulla di fatto. In generale, però, i ricercatori hanno posto quasi tutti l’antica Alba intorno al cratere del lago Albano, chi sui Cappuccini chi a Castel Gandolfo e altri a Palazzola (se non addirittura su Prato Fabio alle pendici di Monte Cavo).
I nostri studi che suffragano l’ipotesi di una sistemazione dell’antica urbe sull’altipiano dell’Artemisio, redatti nel volume “Alba Longa” compilato dal sottoscritto (opera tradotta anche in inglese e variamente premiata), hanno portato ancora nuove scoperte che attendono ulteriori verifiche. In questo articolo riportiamo una cartina dove si evidenziano i punti focali di una dimostrazione ulteriore della probabile esistenza in loco di una “lunga città” (o lungo Villaggio Montano, perché Alba non significa “Bianca”, bensì montagna, poiché è la deformazione semantica di Alpis – come aveva intuito già molti decenni fa il grande filologo classico Enzo V. Marmorale, professore di Latino all’Università di Roma).
Entriamo in “medias res”, come si dice. La cartina è costellata da punti in rosso consequenziali (da 1 a 5, di cui 3 e 4 sono di nuova scoperta). La lunghezza distanziale da 1 a 5 è di circa km. cinque. Già questo la direbbe lunga sulla denominazione dell’antica madre di Roma. Però, andiamo per gradi e spieghiamo i punti:
Punto 1) Monte Spina 730 mt nel 1994. Angelo Capri e Riccardo Bellucci, recuperano e consegnano materiale fittile, circa dall’età del Bronzo all’età del Ferro.
Punto 2) Monte dei Ferrari 900 mt Anno 1996. Segnalazione di Riccardo Bellucci e Angelo Capri. Dopo la segnalazione e il recupero di materiali fittili, partecipano a 2 campagne di scavo (1999 – 2001) con la soprintendenza e l’Università Tor Vergata, scoprendo un villaggio protostorico cinto da un muro a secco, alto mt 2,50 denominato il Castelliere. I reperti vanno circa dal Bronzo Recente all’età del Ferro (XIII A.C. IX A.C.) (vedi atti)
Punto 5) Colle del Vescovo 700 mt. Nel 1996-97 segnalazione e recupero di materiale ceramico dal Capri e Bellucci, materiale consegnato al Museo di Velletri. Seguiranno saggi di scavo da parte dell’Università la Sapienza (anni 1999-2000-2001) scoprendo un Villaggio che va circa dall’età del Bronzo XIV A.C. all’età del Ferro IX A.C. ( vedi atti).
Punto 3) Monte Peschio 900 mt. Nel 2019 a circa 1 km dal Castelliere (punto2), durante una ricognizione su un tratto di terreno smosso dai mezzi meccanici per il taglio del bosco, ho individuato moltissimi reperti fittili, tra cui un peso da telaio fittile (abitato stabile). Materiale fotografato ed eseguito il punto GPS, i reperti si trovano attualmente sul sito. Il periodo dei materiali vanno dall’età del Bronzo all’età del Ferro. Appena le autorità vogliono recuperare i reperti, siamo pronti ad accompagnarli sul posto.
Punto 4) Quota 940 mt. Nel 2017-18 a circa 500 mt di distanza dal Monte Peschio (punto 3), lungo il sentiero provocato dai mezzi meccanici, ho individuato ancora tantissimi reperti fittili. Eseguito il punto GPS, fotografati e lasciati sul posto a disposizione delle autorità o archeologi. I materiali vanno circa dall’età del Bronzo all’età Arcaica. Siamo a disposizione delle autorità, in qualsiasi momento decidessero un sopralluogo.
Ora, dopo la mappa didascalica, che riporta i punti poc’anzi descritti e immaginando che il muro a secco alto mt. 2,50, rinvenuto al “Castelliere” sul Monte dei Ferrari (ricordiamoci che i reperti recuperati sulla dorsale dell’Artemisio vanno dal periodo del Bronzo al Ferro e l’Arcaico: più o meno è il periodo di tempo in cui fiorì Alba Longa) racchiudesse anche il punto 3 e il punto 4, abbiamo un lungo villaggio di km. 1,6. Se poi aggiungiamo il punto 1 e 5, si raggiungono 5 chilometri di capanne straminee: forse è questa la prima fase che ha dato vita alla mitica Longa Alba fatta di capanne straminee, appunto, per poi – con il passare del tempo – trasformarsi in Alba Longa?
Alba, come detto prima, non è un aggettivo, ma un sostantivo significante “montano” o “alpeggio” (vedi Strabone: “Le Alpi avevano il nome di Albia, città poste su luoghi elevati”). Già nel 1994/5 consegnammo al Museo di Velletri 311 frammenti fittili rinvenuti in punti diversi sulla dorsale dell’Artemisio.
Ora, sommando tutti i materiali recuperati in questi anni con i saggi di scavo autorizzati e quelli fotografati in questi ultimi tempi, si capisce che lì, per un lunghissimo periodo, c’è stata una realtà molto importante. Calcolando poi che sul monte dei Ferrari e sul Maschio di Lariano ci sono due necropoli con circa un centinaio di tombe a camera, la domanda nasce spontanea…
Non dimentichiamoci che sul monte Peschio “vennero rinvenuti oggetti pregevoli, come un Putto che cavalca un delfino, un braccio di statua e la bellissima statua di marmo greco rappresentante un ermafrodito giacente” (scrive il Carnevali), ora esposto nel Museo del Louvre di Parigi, a fianco della celebre Pallade Veliterna. Questo sta a significare che la zona dell’Artemisio non è stata mai dimenticata dagli antichi!
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