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Incontinenza Urinaria

Incontinenza Urinaria
Febbraio 01
02:00 2007

Figura 1 L’incontinenza urinaria, ossia la perdita involontaria di urina, costituisce un importante problema igienico e sociale. Essa è inoltre un soggetto d’attualità, come testimoniato dal posto che occupa nei mass media.
Rara nell’uomo, in cui prevalentemente deriva da traumi o da danni iatrogeni (cioè dovuti ad errori chirurgici), risulta particolarmente frequente nel sesso femminile. Recenti statistiche in Gran Bretagna riportano che circa tre milioni di donne sono colpite da questa patologia invalidante. Studi condotti negli Stati Uniti dimostrano altresì che circa il 50% delle donne presenta incontinenza urinaria – sia pure in forma lieve – e che tale percentuale aumenta con l’età.
Recenti indagini condotte dall’Istituto Mario Negri di Milano hanno stimato che, in Italia, sono circa 5.5000.000 i soggetti che hanno una qualche forma di incontinenza.
Si stima che l’incontinenza sia presente nel 37% della popolazione generale femminile, con un massimo di frequenza tra 30 e 50 anni, ed oltre i 70. L’incidenza si modifica con l’età: soffrono della malattia il 20% circa delle donne di età inferiore a 25 anni ed il 40% di quelle aventi età superiore agli 80 che vivono in comunità. (Figura 1)
Numerose sono le cause d’incontinenza urinaria femminile che hanno origine da un’alterata regolazione dei meccanismi fisiologici. È bene ricordare che la vescica urinaria ha due importanti funzioni: riempimento e svuotamento. La continenza è garantita dal fatto che la pressione nell’uretra (il canale che porta l’urina all’esterno) è, in qualsiasi momento, superiore a quella presente nella vescica, tranne durante il momento della minzione.
Il meccanismo sfinterico di chiusura dell’uretra è duplice ed è composto da uno sfintere involontario (il collo vescicale) ed uno volontario composto sia dalla muscolatura vera e propria dello sfintere che dalla muscolatura del pavimento pelvico. Ambedue sono in grado di mantenere da soli la continenza. L’incontinenza urinaria può essere dovuta a più fattori, alcuni di origine muscolare, altri dovuti a incapacità dello sfintere. Questa distinzione deve essere sempre tenuta presente di fronte ad una paziente incontinente.

TIPI Dl INCONTINENZA:

Da aumentata pressione vescicale
instabilità, iperreflessia, vescica a bassa compliance)
Da deficit sfinterico
Collo vescicale, uretra prossimale, muscolatura perineale, associata o meno a cistocele

Il primo tipo di incontinenza è più raro ed è prevalentemente legato alla instabilità della muscolatura della vescica. Essa è caratterizzata dalla sensazione di impellenza ad urinare che la paziente non è in grado di sopportare e che porta alla fuga non controllata di urina.
È dovuta a varie cause: psicosomatiche, neurologiche (malattie o traumi del midollo spinale), ostruttive o post chirurgiche. I sintomi principali sono l’urgenza minzionale e l’incontinenza con continue perdite di urina. La paziente urina spesso sia di giorno che di notte. Altri sintomi sono l’incontinenza durante i rapporti sessuali e l’enuresi (minzione notturna incontrollata)

INCONTINENZA URINARIA DA CAUSA DETRUSORIALE (URGENZA)

Iperreflessia
Qualunque lesione di origine traumatica, infiammatoria o degenerativa o neoplastica al di sopra del midollo sacrale
Instabilità
Idiopatica nella donna, Ipertrofia prostatica nell’età avanzata
Ridotta compliance
Spina bifida, Vescica neurologica da lesione del cono midollare

L’incontinenza da urgenza rappresenta circa il 30% dei casi ed è diagnosticabile con relativa facilità sia in base ai sintomi, sia eseguendo un esame urodinamico che mostra l’aumentata attività muscolare della vescica. Non necessita di terapia chirurgica ma si avvale della somministrazione di sostanze farmacologiche con ottimi risultati.
L’esame urodinamico è un esame funzionale della attività si riempimento e della fase minzionale della vescica. Consiste nella applicazione di una piccola sonda del diametro di pochi millimetri attraverso l’uretra per rilevare la pressione all’interno della vescica. Un apposito software disegnerà un grafico con i parametri richiesti.

INCONTINENZA DA SFORZO

Incontinenza da stress
Incontinenza primitiva
Incontinenza da deficit di supporto del piano perineale
menopausa
Aumentata pressione addominale
gravidanza
bronchite cronica
masse addominali o pelviche
Danneggiamento del pavimento pelvico
parto
chirurgia pelvica radicale
Cicatrizzazione uretrale
da chirurgia vaginale
da pregressi interventi per incontinenza
da ricorrenti infezioni
da radioterapia

La maggior parte dell’incontinenza nella donna (circa 60%) è rappresentata dalla incontinenza da sforzo o ‘stress incontinence’ ossia dalla perdita involontaria delle urine durante i movimenti, gli sforzi, i colpi di tosse.
È dipendente da un aumento della pressione endoaddominale, in assenza di aumentata pressione vescicale, ed è dovuta alla incapacità del sistema sfinterico di mantenere la continenza.
Nella donna spesso, questo tipo di incontinenza è collegata ad un rilasciamento o lesione dei legamenti di sospensione dell’uretra, dei muscoli elevatori dell’ano e della parete posteriore della vescica con il quadro caratteristico del prolasso vescicale (cistocele). La maggior parte delle donne lamenta perdita spontanea di poca urina in occasione dell’aumento della pressione addominale, dovuta alle cause prima ricordate.
Un corretto posizionamento dell’apparato vescico-sfinterico all’interno dell’addome è condizione indispensabile per il mantenimento della continenza nella donna. Previo un esame urodinamico per certificare la incontinenza da sforzo si può oggi procedere con sicurezza ad una correzione chirurgica, che può essere attuata per via addominale o per via vaginale. L’intervento che, oggi, riporta i migliori risultati è la TOT (Tension-free Obturatory Tape) intervento per via transvaginale anche in regime di Day Hospital o, in casi selezionati, ambulatorialmente che all’Ospedale Regina Apostolorum eseguiamo abitualmente.
Infine per le forme di incontinenza lieve sono stati proposti alcuni esercizi di riabilitazione del piano muscolare perineale, finalizzati a rinforzare il muscolo elevatore dell’ano.
Più recentemente sono state aggiunte nel bagaglio terapeutico tecniche non chirurgiche di ‘biofeedback’ (esercizi di riabilitazione) e di stimolazione elettrica funzionale del piano perineale.
Grazie a tutte queste metodiche, chirurgiche e riabilitative, siamo oggi in grado di migliorare la sintomatologia e guarire la maggior parte delle pazienti.
L’incontinenza urinaria, infatti, comporta un elevato costo psicologico e sociale per coloro che ne sono affette, fino a limitarne la vita di relazione e l’attività lavorativa. Pregiudizio che deve, al giorno d’oggi, essere evitato con una prevenzione basata sulla migliore informazione del problema, sulla obiettiva valutazione del tipo di incontinenza e sulla corretta applicazione delle tecniche chirurgiche o riabilitative necessarie.

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