Incendio alla discarica di Roncigliano. Il sindaco Marini: “Tenere chiuse le finestre”
Si sapeva da tempo (e i Comitati cittadini l’avevano gridato in tutte le direzioni in tutte le lingue) che il TMB alla discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale era malfunzionante e comunque insufficiente a ricevere e trattare le centomila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati sversati dai dieci comuni di bacino, cui aggiungere il carico non quantificabile di materiali speciali.
Fuoco e fiamme si sono sprigionati ieri sera giovedì 30 intorno alle ore 20 dal “capannone verde” – come viene indicato dai residenti – dove si trova allocato l’impianto di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti, forse saltato per un corto circuito. Una nube di fumo nero si è propagata interessando le zone circostanti fino al litorale, così alta da essere visibile anche da alcune periferie romane, mentre l’aria si faceva irrespirabile. Tanta gente si è riversata in strada, chi ha potuto ha lasciato l’abitazione e si è allontanato.
Lanciato l’allarme, sono accorsi tutti. Vigili del fuoco – giunti anche dal comando provinciale – forniti di mezzi speciali, Forze dell’Ordine, Asl e Arpa Lazio, il sindaco Nicola Marini e l’assessore Luca Andreassi del comune di Albano. Una nottataccia per tutti, non si sa se più per la preoccupazione di un’emergenza rifiuti che per un’emergenza ambientale. Arrivato sul posto anche il sindaco di Ardea Luca Di Fiori il quale, mentre si pensa al da farsi, invita i residenti delle zone più prossime alla discarica avvolta nel fumo nero, di tapparsi in casa. Stesso consiglio elargisce il sindaco Marini alla sua cittadinanza: “Tenere chiuse le finestre”.
Sull’accaduto e le sue ricadute arriva puntuale il comunicato stampa del Coordinamento No Inc:
“Dopo l’incendio di ieri sera 30 giugno che ha distrutto almeno metà dell’impianto TMB della Pontina Ambiente nel sito della discarica di Roncigliano, da domani mattina i Comuni dei Castelli e della Valle dell’Aniene si distribuiranno tra l’impianto RIDA Ambiente di Aprilia, Cupinoro e Viterbo. Sulla zona incombe ancora una fitta nube tossica che continuerà per molto tempo ad avvelenare i cittadini circostanti. Se la faccenda non fosse tragica, ci sarebbe da sorridere nell’ascoltare l’invito del Sindaco Marini a chiudere le finestre, visto che i residenti sono costretti a chiuderle da anni per gli effluvi maleodoranti della discarica.
Il TMB di Cerroni si era già reso protagonista negli anni scorsi delle cronache giudiziarie e tuttora di quelle sanitarie per il suo utilizzo truffaldino e difforme, che ha portato alla sbarra i massimi dirigenti della Pontina Ambiente. Abbiamo sempre nutrito fondati sospetti sulle modalità di separazione delle centinaia di tonnellate giornaliere di rifiuti indifferenziati e sulla mancata stabilizzazione dell’umido, causa primaria delle emissioni maleodoranti e dell’inquinamento. Alle nostre richieste di spiegazioni in merito, gridate a gran voce nei vari presidi e cortei da noi organizzati negli anni, le amministrazioni locali hanno sempre risposto accampando giustificazioni fumose e a volte fantasiose.
Non è chiaro, a questo punto, come la Regione potrà continuare a portare avanti la cosiddetta revisione dell’AIA del VII INVASO, né se e come saranno utilizzate le volumetrie dell’invaso medesimo. Aspettiamo per domani l’intervento della Procura della Repubblica di Velletri.
Un fatto è certo, le volumetrie del VII invaso si stanno esaurendo e nessuno di noi vuole che si prolunghi la vita di questa inquinantissima discarica che già ha fatto troppi danni”.
Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
www.noinceneritorealbano.it
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