In ricordo di Marco Mastrofini
È da poco trascorsa nel silenzio dei più la ricorrenza della nascita del dotto pensatore e filosofo Marco Mastrofini; pertanto ci sembra doveroso ricordarne brevemente la figura, la vita travagliata e le opere.
Nasce a Monte Compatri il 25 aprile 1763 da Paolo Mastrofini e Domenica Moscatelli. Rivela precocemente un ingegno non comune tanto che, terminata la scuola parrocchiale, viene avviato agli studi superiori a Roma presso il Collegio Romano dove rimarrà due anni. Si trasferisce poi al Seminario Tuscolano di Frascati completando gli studi. Sente la vocazione sacerdotale e il Cardinale Enrico Duca di York, vescovo di Frascati, lo ordina nonostante non abbia ancora raggiunto l’età canonica.
A ventitrè anni ottiene la Cattedra di filosofia e matematica in quel Seminario dove, studente, aveva di gran lunga superato gli insegnanti nelle lettere e nelle scienze. Il Corso filosofico, sua prima opera, non viene mai data alle stampe.
Nel 1790 pubblica la Dissertazione filosofica.
Nel 1798, a seguito dell’occupazione napoleonica, chiuso il Seminario di Frascati, si trasferisce a Roma dove ha molti amici tra letterati e scienziati. Ottiene la “Cattedra di eloquenza” al Collegio Romano e per questo incarico pubblico giura fedeltà alla Repubblica nonostante il divieto di Pio VI. Per dimostrare la liceità del giuramento scrive l’opuscolo Onestà del civico giuramento proposto nell’art. 367 della Romana Costituzione. Osservazioni del cittadino Mastrofini, dove, tra le varie argomentazioni, si legge che la Costituzione non è contraria ai principi della religione perché proclama la libertà non la licenza, l’uguaglianza non la diversità di classe, la fratellanza non l’odio tra gli uomini, concludendo: «Romani, voi cangiate il governo non la religione, cangiate il principe della terra non quello dei cieli».
Nel 1803, per una grave malattia del padre, torna a Monte Compatri e qui scrive il Piano per riparare la moneta erosa, opera che Pio VII utilizzerà per la riforma finanziaria dello Stato Pontificio.
Nel 1807 dà alle stampe l’opera in tre volumi, Ritratti poetici storici critici de’ personaggi più famosi nell’antico e nel nuovo testamento, composta da 214 sonetti dedicati a personaggi biblici da Adamo a Tito. Il 13 luglio 1807 muore a Frascati il Cardinale Enrico Stuart Duca di York ed è Marco Mastrofini a pronunciare l’orazione funebre scritta di getto durante la notte.
Nel 1808, durante la nuova occupazione francese di Roma, rimane a Frascati impegnato negli studi classici e fa pregevoli traduzioni di Lucio Anneo Floro, Su le cose romane e di Lucio Ampelio, Su le cose memorabili del mondo e degli imperi.
Nel 1812 traduce dal greco Le antichità romane di Dionigi D’Alicarnasso.
Nel 1814 dà alle stampe l’importante opera Teoria e prospetto, ossia Dizionario critico de verbi italiani coniugati specialmente degli anomali e mal noti nelle cadenze, molto apprezzata dall’Accademia della Crusca che la utilizza per la revisione del Dizionario della lingua italiana. Restaurato lo Stato Pontificio, il 19 luglio 1814 viene nominato dal Cardinale Pacca Consultore della “Nuova Congregazione Cardinalizia per gli Affari Totius Orbis“. Pio VII gli concede un vitalizio per i suoi meriti letterari e verso la S. Sede. Scrive Le Meditazioni dello Spinola per tutti i giorni dell’anno.
Nel 1820 traduce e commenta La storia di Arriano su la spedizione di Alessandro e successivamente Appiano Alessandrino sulle guerre civili de’ Romani. In questo periodo il francese De Potter scrive un libello intitolato Lo spirito della Chiesa in cui si denigrano i principi fondamentali della fede. Mastrofini risponde scrivendo Rilievi su l’opera del sig. De Potter, intitolato spirito della Chiesa in cui evidenzia i gravi errori dottrinali e le inesattezze storiche dell’Autore, libro che per esplicito desiderio del Pontefice viene tradotto anche in francese.
Nel 1831 pubblica Le usure libri tre, (stampata in 19 edizioni), opera apprezzata soprattutto dagli economisti e tradotta in tutte le lingue europee.
Nel 1832 pubblica Della maniera di misurare le lesioni enormi ne’ contratti e nel 1834 uno studio sulla Paternità e Figliazione. Sempre nel 1834 dà alle stampe Amplissimi frutti da raccogliersi sul calendario gregoriano, straordinario lavoro in cui illustra un innovativo calendario proposto all’ordine del giorno del Concilio Vaticano I, ma che non viene esaminato per l’interruzione dei lavori.
Nel 1842 vede la luce L’anima umana e i suoi stati, principalmente l’ideologico. Di questa si dice: «Marco Mastrofini per questo verrà locato tra i più grandi metafisici e gliene varrà maggior gloria che per tutti gli altri scritti da lui pubblicati». Ma la sua maggior opera resta la Metaphisica Sublimior De Deo Trino et Uno, già concepita in età giovanile, pensata e maturata nel corso degli anni. Comprende otto libri raccolti in due tomi; nel primo, pubblicato nel 1816 vengono enunciati i principi fondamentali. A seguito del successo clamoroso ottenuto il Papa leone XII intende nominarlo Cardinale, ma la sua morte prematura glielo impedisce. Nel secondo tomo è trattata la materia in modo particolareggiato ma a quest’ultimo non venne concesso l’imprimatur.
Sin dal 1820 Marco Mastrofini vive a Roma presso il nipote Leandro Ciuffa, dapprima nella casa in Piazza del Paradiso, successivamente in Piazza Montecitorio 121, dove muore il 3 marzo 1845, all’età di ottantuno anni. Qui una lapide, posta dal Comune di Roma, lo ricorda «dotto in filologia, teologo e filosofo».
Dopo il solenne funerale in S. Maria in Aquiro viene trasportato a Monte Compatri per essere sepolto, su suo desiderio, nella Chiesa di S. Silvestro. Nella lapide qui posta si legge: «Luce del Sacerdozio e del sapere italico tentò la meravigliosa armonia della ragione col Mistero, ricercò e fece note le vie del Giusto, rifiorì lo studio del Vero con la pratica del Bello».
Resta in noi il rimpianto per le ostilità che incontrò tra i suoi contemporanei e l’oblio in cui è tenuto nel presente.
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