In punta di spillo – agosto 2012
E fare queste constatazioni non significa svalutare la religiosità popolare, ma si dovrebbe evitare che alcuni gruppi impongano certe iniziative (più o meno gratuite); perché, altrimenti, anche i Focolarini potrebbero richiedere un monumento per Chiara Lubich, l’Azione Cattolica erigerlo per Fani e Acquaderni (suoi fondatori) o anche per Gedda; l’Opus Dei per Escrivà de Balaguer, i ciellini (Comunione e Liberazione) per don Giussani, e così via… sicché alla fine forse solo qualche povero fedele non ‘inquadrato’ farà ancora affidamento al Padreterno senza richiederne un apposito monumento all’amministrazione comunale! La popolarità – spesso gonfiata e strumentalizzata – di certe figure o avvenimenti, incentiva talvolta manifestazioni di dubbio gusto e validità. Si pensi alla melensa ‘gilettiana’ televisiva Canzone per padre Pio, dove l’esibizione di ‘devoti’ cantanti (alcuni dei quali più noti per gossip ed amanti che magari un giorno si dirà pure che erano devote e seguaci di Maria Goretti!) si accomuna agli ‘atei’ devoti o ai politici dietro le processioni prima delle elezioni. Ma non c’era qualcuno che in questi tempi insisteva nel mettere in guardia dal ‘relativismo etico’?!
Alternativa
Pio IX, papa dell’Ottocento, può essere criticato quanto si voglia, ma è stato comunque ‘beatificato’ ed è stato il pontefice che ha voluto la ferrovia per Frascati. Un omaggio a ‘sto papa poteva anche essere una idea se proprio là ci si doveva fare un monumento. Invece…
Leggere
È di qualche giorno fa l’ennesima dichiarazione, stavolta del ministro Ornaghi, che in Italia oltre il 50% in un anno non legge un libro. Indubbiamente la realtà è questa e anche la scuola non incentiva molto la lettura, penalizzata tra l’altro oggi anche dai nuovi ritrovati informatici. Nel frattempo chiudono librerie e piccole editrici (e non solo). Ma ci si è mai chiesti quanto vengano sostenuti anche con incentivi economici o detrazioni fiscali, quei lettori, e non sono pochi, che nel corso dell’ anno leggono non solo un libro, ma anche dieci, venti, ed oltre?
Musiche e polli
Anni fa per gli allevamenti di polli in batteria si inventarono l’idea delle luci sempre accese e delle musiche a ritmo continuo. Si diceva che così sarebbero ingrassate e avrebbero prodotto più uova. Il risultato furono polli pallidi e flaccidi e galline esauste che si accanivano a distruggere le proprie uova. A questi pennuti sembra che anche tutti noi siamo già stati equiparati. Supermercati, magazzini, bar e quant’altro, ci bombardano di musichette e canzoncine insulse più o meno a decibel rompiballe, inframmezzate da pubblicità e chiacchiere di livello inferiore al tombino. Stazioni ferroviarie e metro sono altrettanti luoghi di…ameno relax. Figuriamoci poi come sarà lo spirito di quanti lavorano in questi ambienti. E se per adesso sui treni della metropolitana la pubblicità è solo in video senza audio, si è però scatenato lo stuolo di querule fanciulle, garrule matrone, virago e tamarri vocianti, gioiosamente riconoscenti alla tecnologia che è riuscita a far squillare i loro cellulari anche sottoterra.
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