In onore di Alda Merini
In onore di Alda Merini
Milano, 21/03/1931-1/11/2009
Io sono ormai il liuto di Dio
e canterò le sue canzoni d’amore.
Malgrado non conosca la musica,
le mie mani suoneranno per lui
tutti gli spettri della gioia.
Dio è luce:
io canterò per lui
tutti i colori della terra.
(“Francesco, canto di una creatura”
Ed. Frassinelli, 2007)
Tu che ti accendevi di luce,
che mi toglievi dal male
con il tormento del tuo amore segreto,
cosa puoi dire adesso?
Tormentosa è la sorte dei poeti,
chiara e sicura come l’usignolo
la falce della morte che spargeva
la sua polvere d’oro
sopra il misfatto delle mie parole.
Il vero delitto sta nella demenza
del cosmo, sta nel pianto tutto:
è un movimento preciso
di chi soffre d’amore
per un traditore che muore.
(“Ballate non pagate”
G. Einaudi Ed, 1995)
Parola sottile
come una perla,
gemito,
ambascia del mio spirito,
io sono e sarò
la donna sempre vergine
che alita frescura.
Donna dai mille monti
e dalle tante pianure,
in una verde vallata,
in un bosco di felci
credo di abitare il divino
e trovo me, ombra tua.
(“Ballate non pagate”
G. Einaudi Ed, 1995)
Vorrei dirlo ai tanti giovani che cercano
una ragione di vita, che la vecchiaia
è un momento stupendo irrorato dalle
non lacrime: io le ho chiamate rugiada.
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