In nome della razza e del mercato?
Mai, purtroppo, metafora fu più mal riposta di quella usata per voler augurare all’attuale governo buona sorte ai suoi primi passi, o semplicemente buon uso del buon senso oltre che di ogni strumento di conoscenza e compenetrazione nei complessi problemi interni ed esteri: viaggio, imbarcazioni, salvagente. Per quanto l’Europa, s’è detto più volte e da più parti, debba tendere l’orecchio ai bisogni d’un suo Paese con i confini fra i più estesi sul mare Mediterraneo, ribadiamo che non è sulle teste dei migranti che devono ricadere l’incapacità dei governi, le incapacità diplomatiche di politici al di qua e al di là del mare; la rabbia stupida di chi per vita considera solo la propria, seppure carica di problemi, la voglia di rivalsa di pochi (rivalsa sulla storia che si va scrivendo e che non aspetta nessuno?)…
Domani ci sarà qualcuno che scriverà più completamente di questo sterminio di persone grandi e piccole d’età, molti già ne parlano e ne scrivono, non c’è solo l’indifferenza, che porta i connotati di nessun altro mai accaduto. E ci sarà ancora chi dirà «io non lo sapevo, io non ci pensavo» oppure «erano loro – i migranti – che volevano per forza venire qua…». Intanto si spezzano famiglie senza alcun criterio, si pensa di inventariare le persone. I delitti di massa in nome della razza e del mercato non diventeranno mai storia passata. (Serena Grizi)
René Magritte: The Man with the Bowler hat – immagine web
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