In nome della legge: difendi gli immigrati? Arrestato!
È il caso di Padre Carlo, di Siracusa: da anni “tenuto d’occhio” perché prendeva le parti dei “clandestini”: finché l’hanno arrestato. Nessuno di quanti lo conoscono crede alle accuse contro di lui. Una sola – che non hanno osato esprimere – è vera: quella di essere un cristiano. Aiutare i poveri, ospitare gli stranieri, difendere i perseguitati. Non è una chiesa come le altre. Nella Chiesa di Bosco Minniti a Siracusa, da molti anni, tutti possono trovare rifugio; gli extracomunitari, scappati per mille ragioni diverse dai loro paesi, ci abitano, la vivono, la animano condividendo le difficoltà quotidiane. Entrateci all’ora dei pasti: è la mensa di tutti i popoli. Al posto dell’altare una tavolata immensa dove almeno cento immigrati di ogni nazionalità si trovano riuniti a mangiare. Alle pareti, simboli di diverse religioni. Qui sono stati accolti anche molti di immigrati scappati da Rosarno e presto ci saranno, come ogni anno, quelli che arrivano per la raccolta stagionale nei campi tra Cassibile e Pachino.
Tutto questo dà fastidio ai potenti. In un momento in cui si tenta in tutti i modi di rendere la vita sempre più impossibile agli immigrati, si compie l’ennesimo attacco politico, l’ennesimo tentativo di stroncare l’accoglienza e l’integrazione.
Padre Carlo D’Antoni è ora agli arresti domiciliari insieme ad altri otto indagati (Antonino De Carlo, un collaboratore del sacerdote, l’avvocato Aldo Valtimora e sei immigrati), accusati di gestire il rilascio di permessi di soggiorno falsi. Il reato ipotizzato dal Gip di Catania è associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’illecita permanenza di stranieri nel territorio dello stato italiano. E poi accuse di riduzione in schiavitù e di falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a Pubblico Ufficiale per aver “inventato storie travagliate e commoventi” al fine di ottenere titoli di soggiorno per motivi umanitari o di protezione temporanea. Inventato!.
Ma se è vero che molti extracomunitari finiscono nelle maglie del mercato illegale delle regolarizzazioni e se è vero che un traffico di clandestini tra Siracusa e la Campania esiste, gli immigrati di Bosco Minniti dicono che l’attacco a padre Carlo è infondato, che lui non ha nulla a che vedere col racket dei documenti, che non ha mai commesso quei reati. Dicono che l’esperienza di Bosco Minniti deve continuare, in una chiesa senza frontiere, aperta a tutti, un luogo in cui si lotta per il diritto a una vita dignitosa.
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