In Italia, piu’ campanili e meno partiti
Cresce nei cittadini la voglia di sostituire i partiti tradizionali con nuove aggregazioni civiche, soprattutto nei singoli territori per le elezioni locali!
Oltre il 78% degli intervistati si pronuncia favorevole a mettere da parte i vecchi simboli, ed ecco perché i loro leader corrono a sostituire o modificare marchi storici come quello del PD, del MSI-AN o quello troppo secessionista della Lega Nord.
Se l’Europa si sta spostando a destra, la colpa di chi è? Purtroppo ci sono personaggi politici che presuppongono basti un ricorso storico al fascismo, alla destra nazista e al coraggio della resistenza (che non era solamente di sinistra ma anche cattolica) per indurre alla fiducia “ora e per sempre” gli elettori italiani.
Le Pen lo ha spiegato elettoralmente in Francia, era già recentemente accaduto in Polonia ed in altri Stati europei, ed accadrà anche in Italia alle prossime elezioni politiche, dopo averne avuto un assaggio alle regionali siciliane del mese scorso! Con un’unica eccezione involontaria costituita dai grillini.
Oggi il M5S, infatti, intercetta più di altri il voto di protesta e quindi da una parte svuota il contenitore elettorale del PD e dall’altra, toglie spazi importanti anche alla ri-avanzata della destra e del centro-destra italiano.
Alle prossime consultazioni elettorali poi, ad un consolidamento del voto di protesta e di paura (terrorismo, fallimento economico, perdita valoriale) di cui in parte anche la destra si avvantaggerà, deve sommarsi anche quello di “avvertimento” che una parte dell’elettorato (quella che ragiona di più e più in profondità) solitamente da ai partiti di governo alla fine del loro mandato, quando non sono soddisfatti pienamente o addirittura neanche un poco.
Certo, una parte di questo elettorato lo farà anche disertando le urne o votando scheda bianca, ma non saranno pochi quelli che a questa forma di sollecito (ai vecchi partiti votati anche un anno prima) faranno ricorso e senza alcun patema d’animo, questa volta. I candidati Sindaco faranno poi il resto.
L’offerta politica, le capacità e la simpatia non sono elementi secondari alle elezioni amministrative, per questo Renzi ha cercato in ogni modo, senza riuscirci, di non affibbiargli anche un significato politico, a partire da quelle appena svoltesi ad Ostia ed in Sicilia, una valenza che invece avranno a prescindere. Eccome se l’avranno!
Per non parlare poi del referendum sulla autonomia fiscale e finanziaria appena svoltosi con pieno successo dei proponenti in Lombardia e Veneto e lo squilibrio che comporterà la nuova legge elettorale simil-proporzionale ma senza preferenze con cui permettere ai cittadini di scegliere direttamente le proprie rappresentanze parlamentari.
Una legge, ricordiamolo, fatta in piena zona Cesarini, da un Governo non eletto ed un Parlamento dichiarato illegittimo dalla sentenza emessa lo scorso anno dalla Corte Costituzionale. La gente lo sa! Gli elettori lo sanno! Ci sarà una grande incertezza fino all’ultimo giorno, ma anche in Italia le destre (e pure la rinata sinistra antagonista) cresceranno, a discapito del PD e dei vecchi partiti tradizionali, mentre, sui territori, nasceranno liste civiche nei modi più disparati e verrà penalizzato ancora di più il sistema partito tradizionale, a vantaggio di progetti programmatici e senza alcun vessillo partitico. Ci volete scommettere?
Fabio Taddei
(Patto Popolare Velletri)
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