In FEM l’“occhio” tecnologico per riconoscere i pollini in tempo reale
L’innovativo strumento realizzato con l’Università di Ginevra è il primo in Italia: può individuare anche patogeni e agenti inquinanti
In FEM l’“occhio” tecnologico per riconoscere i pollini in tempo reale
Sistemi di allerta pollini più efficaci e tempestivi, riconoscimento di spore fungine dannose per le colture e monitoraggio del particolato inquinante: grazie allo strumento “Rapid-E”, sviluppato da uno spin-off dell’Università di Ginevra e installato per la prima volta in Italia negli spazi della Fondazione Edmund Mach, i ricercatori di San Michele all’Adige potranno disporre in tempo reale di informazioni accurate su numerosi componenti aerodispersi.
L’analizzatore ottico “Rapid-E”, progettato da due giovani studiosi dell’Università di Ginevra, e seguito fin dalle prime fasi di sviluppo dai ricercatori del gruppo Ecogenomica e Botanica ambientale della Fondazione Mach, è stato installato nelle scorse settimane nella stazione di monitoraggio aerobiologico del campus FEM. Nel primo periodo di attivazione, lo strumento verrà calibrato sulla base del polline puro raccolto in Trentino, in modo da poterlo “addestrare” ad identificare e contare specificatamente la produzione pollinica della flora locale.
I dati raccolti con la nuova strumentazione saranno poi comparati con quelli ottenuti dal campionatore volumetrico “Hirst-type”, andando ad arricchire il database costruito in 30 anni di attività del Centro di Monitoraggio Aerobiologico di San Michele all’Adige. La possibilità di avere rilevazioni in tempo reale, anziché settimanali come avviene tradizionalmente, potrà portare, dopo una prima fase di rodaggio, a sistemi di allerta più efficaci e tempestivi rivolti alle persone allergiche, sia residenti in Trentino sia turisti.
Il “Rapid-E” sarà anche testato per il riconoscimento di spore fungine aerodisperse, potendo quindi potenzialmente diventare un aiuto diretto, ad esempio, nella gestione della difesa delle colture. Conoscere all’istante la concentrazione aerea di fitopatogeni come ticchiolatura e botrite, permetterebbe infatti una gestione mirata degli interventi fitosanitari ed una più accurata conoscenza dei fenomeni di dispersione.
Il Centro di Monitoraggio Aerobiologico di San Michele all’Adige, il primo in Italia a dotarsi di questa strumentazione, avrà la possibilità, grazie a questo studio, di entrare a far parte di una rete internazionale di centri all’avanguardia nel settore.
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