In difesa della memoria di Eugenio Martorelli
Recentemente è stato propagandato tra i monticiani (dietro lo schermo di un nobile fine) un libretto dal titolo Montecompatri, dove il sole sorge prima, nel quale si passa in rassegna, in maniera sconnessa e spesso contraddittoria, un periodo di vita politico-amministrativa del Comune di Monte Compatri, che va dal 1943 al 1975.
Con tutta evidenza – ovviamente per chi abbia avuto la bontà di leggersi il libretto in questione fino in fondo! – la ricostruzione storica esce totalmente deformata dalla faziosità dell’estensore, parte attiva, interessata e, a suo dire, sempre in posizione preminente nel corso degli accadimenti ricordati (è fin troppo stucchevole e penosa la litania di “io…io…io…”).
D’altra parte quale livello di serietà e oggettività può essere espresso da chi, sottotitolando il libretto L’Italietta vista dal buco della serratura di un piccolo comune, confessa candidamente una sindrome da ‘guardone’?
Per questo motivo diventa superfluo smentire le cose non vere o non veritiere che compaiono nel libretto, anche perché i monticiani (soprattutto i meno giovani) conoscono bene la storia di chi solo oggi è capace di maramaldeggiare su persone che non sono più nella condizione di difendersi. Pur tuttavia sentiamo il dovere e l’orgoglio di salvaguardare a viso aperto la memoria di nostro padre Eugenio Martorelli, respingendo con sdegno le falsità, le calunnie e le omissioni di cui è stato vergognosamente fatto oggetto sul piano politico ed ancora di più sul piano personale.
Egli è stato un uomo con un alto senso della politica e, pur non privo di un fiero carattere, proprio grazie alla sua comprovata umiltà è sempre stato in grado di interpretare i bisogni e le aspettative dei monticiani, i quali non a caso durante i suoi comizi gremivano fino all’inverosimile la piazza per ascoltarlo, perché lui – “un modesto artigiano, di limitata cultura e di più limitato senso politico” – sapeva come arrivare al cuore di tutti.
Del resto quanto le valutazioni su nostro padre (di cui è infarcito il libretto e una delle quali abbiamo appena riportato tra virgolette) siano menzognere e frutto solo del livore personale dell’estensore, lo testimoniano – più e meglio delle nostre parole – le numerose dichiarazioni scritte di stima e rispetto indirizzategli nel corso degli anni sia da istituzioni locali che da avversari politici, capaci di onestà intellettuale.
Tra le tante, ne vogliamo ricordare e pubblicare una particolarmente significativa, datata 13/06/1975. è del compianto sen. Severino Lavagnini, all’epoca segretario proprio di quella Democrazia Cristiana nella quale nostro padre si era prima generosamente impegnato e dalla quale era poi uscito al fine di combatterne la degenerazione, dando vita al movimento popolare della “Torre Civica”.
Caro Eugenio,
con la manifestazione di Giovedì 12 u.s. abbiamo voluto ricordare l’impegno e il sacrificio dei nostri consiglieri Comunali, Amministratori e Dirigenti svolto dal 1946 al 1975.
Anche se purtroppo non hai potuto partecipare personalmente alla cerimonia, il partito tiene sempre vivo il ricordo di ciò che hai rappresentato per tutti noi, con il tuo disinteressato e tenace impegno svolto a favore di Montecompatri.
Questo modesto omaggio vuole essere un simbolico riconoscimento ed un sentito ringraziamento ad un uomo che molto ha sofferto e molto ci ha insegnato.
Un cordiale saluto anche da parte del sottoscritto.
Severino
Conserviamo gelosamente questa e altre testimonianze, che fanno giustizia di qualsiasi cialtroneria e ristabiliscono in modo inequivocabile la verità su un uomo che ancora oggi – è la nostra convinzione – può rappresentare un sicuro punto di riferimento umano e morale per la nuova generazione degli Amministratori di Montecompatri.
Salvatore e Silvano Martorelli
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