IMMERSI IN UN MERIGGIO D’ESTATE NEL VERISMO DI UN’OPERA: CAVALLERIA RUSTICANA A VELLETRI
Un caldo pomeriggio di agosto e una Velletri domenicale, tranquilla, accogliente: sono felice di scendere dall’auto in un parcheggio con molti posti vuoti, è quasi un sogno… mi hanno dato indicazioni e mi muovo con sicurezza: sono diretta alla Casa delle Culture e della Musica. Già il nome è un bel pronostico: in tutti i paesi e città dovrebbe esserci un luogo con questo nome, rifletto.
Non è una scuola, non è una biblioteca ( anche se mi hanno detto poi si trova nello stesso edificio): è un ex convento carmelitano seicentesco, con mura, colonne e affreschi sulla storia biblica e dell’Ordine religioso i cui frati giunsero a Velletri intorno al 1500.
Mi documento nell’attesa: sorge sull’antica chiesa di Sant’Antonino (1065) e sull’oratorio della Confraternita della Misericordia (1533), edifici che furono ceduti ai Frati Carmelitani di antica Osservanza, giunti in città.
Solido ed essenziale, all’entrata un grande chiostro con un pozzo al centro. Un palcoscenico naturale, con un’acustica straordinaria: al mio arrivo si stanno terminando le prove dell’opera che è in programmazione, la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. Il Chiostro in musica: sorrido per l’azzeccatissimo nome dato alla programmazione – curata dalle Associazioni Gianna Pederzini e Primadopera – che da luglio a novembre continuerà a offrire eventi musicali di alto livello.
È il primo al quale assisto dall’emergenza Covid: infatti disinfettanti e prova della temperatura ci attendono all’entrata; sedie ben distanziate l’una dall’altra e, superfluo dirlo, siamo tutti ben mascherati. Eppure questo non toglie convivialità e gioia nel rivedere amici e conoscenti. E finalmente ha inizio l’opera verista tratta da una novella di Giovanni Verga, con la regia di Sara Dilena.
In una Sicilia rurale, nel mondo contadino di due secoli fa ecco che nel giorno di Pasqua si vive con i personaggi della nota opera, quell’atmosfera festosa presto mutata in tragedia, con le fosche tinte del tradimento e della gelosia.
Il maestro Davide Dellisanti dà inizio alla trama sonora con note scandite al pianoforte e sotto la direzione artistica di Matteo Sartini – Turiddu -, le voci dei protagonisti e dei personaggi creano quel pathos che coinvolge tutti noi presenti, avvolti nella scia melodiosa del Coro Armonia Mundi. Valentina Pennacchini, Cristian Alderete, Caterina Russo e Lajla Iuri, rispettivamente Santuzza, Alfio, Lola e Mamma Lucia, insieme a Sartini offrono un’interpretazione coinvolgente e passionale. Vola il tempo, ci si dimentica di mascherine e virus, mentre l’aria della sera che scende offre ristoro e appaga lo spirito. Proprio come un sogno di una notte di mezza estate…
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