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IL WWF ALLE NAZIONI UNITE: L’ALLEVAMENTO ESTENSIVO COME STRATEGIA DI CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ

IL WWF ALLE NAZIONI UNITE: L’ALLEVAMENTO ESTENSIVO COME STRATEGIA DI CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
Luglio 26
15:38 2021

La pratica del pastoralismo, che interessa il 25% della superficie terrestre emersa nel mondo, è un autentico valore legato alle culture locali

Il sistema alimentare è la più grande minaccia per la biodiversità globale.
Il WWF partecipa al pre-Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari, promuovendo un dialogo sull’importanza di indurre il mercato verso un’alimentazione sostenibile, unica soluzione per salvare il Pianeta e mantenerci in salute. Una vera transizione ecologica, che deve cominciare dai sistemi agroalimentari e dalla eliminazione degli allevamenti intensivi. La raccomandazione di WWF per contrastare gli impatti insostenibili di questo sistema alimentare è di ridurre drasticamente il consumo di carne e imparare a “scegliere meglio”, anche pagando il giusto prezzo.
Secondo il WWF, che ha appena lanciato il report “Dalle pandemie alla perdita di biodiversità. Dove ci sta portando il consumo di carne” l’allevamento estensivo è una delle soluzioni, perché consente di tutelare il benessere animale, la biodiversità degli habitat, dare voce e continuità alle culture e tradizioni locali, adottando una soluzione socioecologica alle sfide globali.
In occasione della sua presenza al pre-Summit sui Sistemi alimentari promosso dalle Nazioni Unite, il WWF rilancia il proprio manifesto Food4Future per ricordarci che il nostro futuro e quello del Pianeta dipendono dalle scelte che facciamo a tavola oggi e per chiedere alle istituzioni soluzioni decisive e urgenti.
La pastorizia, intesa come modello di allevamento che implica la presenza umana quasi costante con le greggi e le mandrie al pascolo, utilizza in modo prevalente praterie naturali o seminaturali come fonte di foraggio. I sistemi pastorali sono diffusi in molte parti del mondo e sono spesso legati a specifiche società tradizionali e popolazioni indigene. Secondo alcune stime, la produzione da zootecnia estensiva al pascolo è praticata sul 25% della superficie terrestre emersa.
I benefici di pascoli e pastorizia sugli habitat e sulle comunità
“La pastorizia ha anche un ruolo importante nella conservazione della biodiversità. Nell’Unione europea alcuni habitat, classificati come prioritari, dipendono direttamente dal mantenimento di un carico sostenibile di pascolo degli animali: quasi il 20% degli habitat seminaturali di interesse comunitario è gravemente minacciato dalla riduzione della pratica del pascolo- afferma Isabella Pratesi Direttore Conservazione di WWF Italia-. In assenza delle tradizionali attività pastorali si assiste allo sviluppo di nuclei arbustivi, viceversa, in presenza di un carico eccessivo di bestiame si assiste a fenomeni di erosione e perdita di biodiversità. Il pascolo ha anche un ruolo importante nell’incrementare il contenuto di carbonio organico nel suolo, e nell’alimentare fauna e flora del suolo e tutta la catena alimentare che ne deriva.”
D’altro canto, l’esposizione degli animali ai rischi naturali (tra cui la presenza di predatori naturali) unita agli svantaggi strutturali dovuti a meccanismi e procedure burocratiche della PAC rende più difficile la sopravvivenza della pastorizia, che si trova a dover competere con carne a bassissimo prezzo immessa sul mercato dagli allevamenti intensivi; il fardello dei costi della coesistenza con i predatori non deve ricadere unicamente sulle spalle degli allevatori, il cui bestiame contribuisce in vario modo, alla catena alimentare degli ecosistemi pascolivi.
L’allevamento estensivo come soluzione sostenibile al consumo di carne
Un obiettivo urgente, per quando complesso, è offrire sostegno a una pastorizia che possa a sua volta sostenere la biodiversità. Sarebbe ad esempio essenziale identificare specifiche linee di finanziamento dedicate esclusivamente alla pastorizia “amica della biodiversità” piuttosto che, in generale, all’allevamento.
La sostenibilità economica delle aziende zootecniche estensive, soprattutto in aree marginali e montane, può essere sostenuta anche attraverso la diversificazione delle attività. Alcune attività complementari come l’agriturismo, la trasformazione dei prodotti o la vendita diretta, possono garantire un aumento del margine di guadagno delle aziende. È opportuno offrire un maggiore sostegno a queste realtà. La definizione della futura PAC 2022 rappresenta un’opportunità insostituibile per facilitare l’accesso di queste aziende ai notevoli finanziamenti pubblici disponibili e promuovere una moderna pastorizia, ecologica e multifunzionale.
Oggi il WWF presenterà il lavoro svolto per promuovere gli allevamenti estensivi a una sessione parallela del pre-Summit sui Sistemi alimentari. La raccomandazione principale per i consumatori che scelgono di includere carne nella propria dieta, è di cercare di acquistare da carne da allevamenti estensivi, meglio se certificata biologica. L’acquisto diretto in fattoria o attraverso associazioni e mercati contadini può essere un modo per lasciare più valore aggiunto presso sistemi locali di produzione estensivi sostenibili.
Importante spingere i decisori politici ad adottare strumenti fiscali in grado di dare un sostegno agli elevati costi della pastorizia, per compensare l’incidenza del costo del lavoro per prevenire abusi e illegalità nel mancato rispetto dei diritti dei lavoratori coinvolti. Un provvedimento efficace potrebbe essere l’introduzione di contributi previdenziali agevolati per tutti i lavoratori assunti da aziende agricole che praticano la pastorizia e l’introduzione di aliquote IVA agevolate per tutte le produzioni zootecniche collegate con la pastorizia.
Per realizzare una giusta transizione è inoltre indispensabile una comunicazione chiara e trasparente nelle etichette affinché i consumatori possano conoscere, nel momento dell’acquisto, il metodo di allevamento utilizzato e il livello di benessere animale.
Si deve incoraggiare il dialogo continuo fra le associazioni di pastori, le associazioni ambientaliste ed i governi nazionali e regionali, al fine di superare le divergenze e perseguire gli scopi comuni.

Roma, 26 luglio 2021

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