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In un’ideale classifica dei quadri più ammirati in Italia nel corso del 2014, il primo posto in assoluto è stato conquistato dalla Ragazza con il turbante di Jan Vermeer. In tre mesi e mezzo di esposizione, ben 343mila visitatori hanno percorso le sale del Palazzo Fava di Bologna per vederla da vicino, approfittando dell’occasione pressoché unica di un tour internazionale dell’opera obbligato da lavori di ristrutturazione al Museo Mauritshuis dell’Aia, sede naturale del quadro.

Al secondo e al terzo posto della stessa classifica si sono posizionate la mostra di Frida Kahlo a Roma, con 332mila spettatori in 5 mesi, e quella di Gustav Klimt a Milano, che ha avuto 250mila visitatori in 4 mesi.
Da una quindicina d’anni denominato La ragazza con l’orecchino di perla, dal titolo di un romanzo di successo incentrato sulla vita del pittore olandese, il capolavoro di Vermeer non ha ancora svelato tutti i suoi segreti, che vanno dall’identità della giovane ritratta fino ai motivi per i quali l’immagine attrae irresistibilmente lo sguardo di chi l’osserva, proprio come accade con la Gioconda. Secondo i critici, l’atteggiamento vagamente seducente della ragazza farebbe escludere trattarsi della figlia dell’artista, mentre l’eventualità che sia stata una domestica amata da Vermeer – tesi sostenuta in un celebre film – viene concordemente relegata al piano delle pure fantasie. D’altronde, la necessità di un significativo legame affettivo tra artista e modella risulta assolutamente superflua se si tien conto dell’elevata maestria del pittore, testimoniata anche dallo straordinario contrasto dell’estrema delicatezza delle forme espressa con i colori vividi del dipinto. Totalmente padrone dei suoi strumenti, Vermeer riusciva perfino a creare in pochi tratti l’illusione di quel che non c’è: come lo stesso orecchino di perla, raffigurato con due segni discontinui di pennello nel dettaglio della perla (in realtà una semplice sfera di vetro), che riflette la stessa luce che brilla negli occhi e tra le labbra della giovane.