Il virus della follia
Oramai, i morti si contano già a tre cifre, per cui le masse si lasciano sopraffare dalla paura e dall’ansia, che rischiano di trasformarsi molto facilmente in un clima di psicosi e di isteria collettiva. Quanti detengono le redini del potere ne approfittano per emanare leggi d’emergenza, come nel periodo del terrorismo. Siamo “in guerra”, dicono, proprio per creare un clima di terrore. È la narrazione più divulgata: almeno le persone più vigili e razionali hanno il dovere di riflettere con ponderazione e lungimiranza per prefigurare alcuni scenari futuri e più probabili, benché la reclusione in casa per lungo tempo, ci annebbi il cervello e si corra il rischio di impazzire. Fra un mese potremo già contare il numero delle persone fuori di testa. Tuttavia, l’aspetto che più mi inquieta di tutta la vicenda che stiamo vivendo, è la gogna mediatica cui sono esposti i contagiati. I quali non soltanto sono affetti o afflitti dal morbo, costretti in un penoso stato di isolamento e di quarantena totale, bensì devono pure essere esposti alla vergogna pubblica, a dispetto di ogni legge sulla privacy. Molti contagiati hanno esalato il loro ultimo respiro senza nemmeno il conforto dei loro cari. È questo il destino più triste ed infame per ogni essere umano.
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