IL VESUVIO VISTO DA STRABONE E PLINIO IL GIOVANE
Il Vesuvio, sito nella Regione Campania nel Golfo di Napoli, è un vulcano attivo a forma tronco-conica che alterna attività (ceneri, lava, depositi piroclastici, pomici, lapilli, gas) a quiescenza. L’altitudine del Cono Grande sfiora i 1300 metri, mentre quella del Monte Somma i 1200 metri. Il vulcano ha eruttato, nel corso della sua storia, decine di volte e, l’eruzione del 79 d.C., è stata descritta nelle sue Lettere da Plinio il Giovane. Vulcano a recinto (due coni uno all’interno dell’altro), comprende il Monte Somma (cratere più antico) che ha una base di chilometri e una caldera, a forma semi conica, che ha un diametro di chilometri, e il Gran Cono (Cono interno al Monte Somma detto Vesuvio, più recente e unico cono attivo con eruzioni effusive ed eruttive) che ha un diametro della base di qualche chilometro e del cratere di qualche centinaio di metri e, tra i due, è presente la Valle del Gigante con estensione di qualche chilometro. In generale, il vulcano presenta dei valloni realizzati dalle acque meteoriche, bocche eruttive e fumarole, fossi, colli, spuntoni, precipizi. E’ presente come flora: pini, lecci, castagni, betulle, robinie, aceri, ontani, ginestre, lo stereocaulo vesuviano (lichene a forma corallina e di colore grigio che ricopre le lave del Vesuvio), etc.; mentre come fauna è presente la volpe, il moscardino, la faina, la donnola, la lepre, il falco di palude, il grillaio, il gruccione, la ghiandaia marina, il biacco, il cervone, etc. Strabone (I sec. d.C.), nella sua Geografia, riporta che “Neapolis “ è “città dei Cumani; (più tardi ricevette anche una colonia calcidese e alcuni coloni da Pitecusa e da Atene, per questo fu chiamata Neapolis). Viene indicata sul posto la tomba di una delle Sirene, Partenope, e vi si tiene un agone ginnico, secondo un antico oracolo.” Strabone poi cita la “fortezza di Herculaneum”, il fiume Sarno, Pompei, “Porto di Nola, Nuceria ed Acerrae”, dove “Sopra questi luoghi si leva il monte Vesuvio, interamente occupato tutt’intorno, salvo che alla sommità, da campi bellissimi. La sommità stessa è per buona parte piana, ma del tutto sterile, dall’aspetto cinereo; essa mostra delle cavità come fessure, che si aprono su rocce fuligginose in superficie come fossero state divorate dal fuoco.” In riferimento alle Lettere di Plinio il Giovane (II sec.d.C.) invece, in due lettere (“L’eruzione del Vesuvio e la morte di Plinio il Vecchio” e “L’eruzione del Vesuvio vista da Miseno”) egli riporta, rispondendo a Tacito, che lo zio, Plinio il Vecchio, ammiraglio della flotta presso Miseno, luogo dove era Plinio il Giovane assieme alla madre, che “Il 24 agosto, verso l’ora settima, mia madre lo informa che era comparsa una nuvola insolita per grandezza e aspetto” a forma di albero di pino, e poi successivamente sono riportate le conseguenze dell’eruzione: cenere, pomice, pietre scure, materiale franato, fiamme, incendi, “le case “tremavano a causa di scosse frequenti e di forte intensità”, fiaccole, lucerne e cuscini con cui le persone si proteggevano la testa “contro ciò che cadeva dall’alto”, l’odore di zolfo, il fumo denso… La situazione da Miseno invece è descritta direttamente da Plinio il Giovane come gli si presentava: “il mare ritirarsi in se stesso…la spiaggia si era ampliata e tratteneva in secco sulla spiaggia parecchi animali marini”, e poi una nube nera ricopre il mare, Capri e il promontorio di Miseno, caligine sulle strade, urla di persone, fuoco, tenebre, cenere che costringeva a stare “in piedi di continuo scuotendocela di dosso, altrimenti saremmo stati ricoperti e addirittura schiacciati dal peso” e poi “Finalmente quella caligine si diradò e si dissolse in una specie di fumo o di nebbia; presto fu davvero giorno, brillò anche il sole, ma giallastro, come capita durante un’eclissi. Agli occhi ancora frastornati ogni cosa si presentava trasformata e ricoperta da una spessa coltre di cenere, come se fosse neve”. Il Vesuvio è parte del Parco Nazionale del Vesuvio, è l’unico vulcano attivo sito in Europa continentale, nelle lave è presente la leucite in abbondanza e, nel complesso, prende il nome di Somma-Vesuvio.
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