Il valzer con le sue trasformazioni nel corso dell’800 e del 900
Il valzer con le sue trasformazioni nel corso dell’800 e del 900
sarà il protagonista dell’incontro musicale col giovane talento del pianoforte Antonino Fiumara, ultimo appuntamento di “Note in Biblioteca” della IUC
I dodici appuntamenti primaverili ad ingresso gratuito di “Note in Biblioteca”, organizzati dalla IUC, si concludono venerdì 21 giugno 2019 alle 20.30 nella Biblioteca Villa Leopardi (via Makallé s.n.c., tel. 0645460621). Il pianista Antonino Fiumara sarà il protagonista di questo incontro musicale, con la guida all’ascolto di Francesca Piccone, laureanda del corso magistrale in Musicologia della Sapienza.
“Note in biblioteca” è organizzato dalla IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti in collaborazione con Biblioteche di Roma.
Nato nel 1993, Antonino Fiumara è vincitore del Premio Abbado 2015 ed è stato premiato in vari concorsi nazionali. È artista in residenza della Società dei Concerti di Milano per la stagione 2018/2019. Sia come solista che come membro di gruppi da camera – tra cui il Quartetto Werther, di cui è fondatore – si è esibito per importanti enti musicali italiani ed europei come Unione Musicale di Torino, Società dei Concerti di Milano, Accademia Filarmonica Romana, Teatro La Fenice di Venezia, Maggio Musicale Fiorentino, Amici della Musica di Padova, Festival Pontino di Musica.
Il programma scelto da Fiumara ruota interno al valzer, o piuttosto intorno a elaborazioni per il teatro e la sala da concerto di quelle musiche al cui ritmo ballava l‘intera Europa, dagli imperatori alla gente del popolo. Dopo il Valzer dell’opera “Faust” di Charles Gounod, nella geniale e virtuosistica elaborazione per pianoforte di Franz Liszt, si ascolterà “Soirée de Vienne”, ovvero “Serata di Vienna”: è un brano molto celebre, ma oggi pochi si ricordano del suo autore, Alfred Grünfeld, che la scrisse come omaggio alla città del valzer e a Johann Strauss. La stessa volontà di scrivere “una sorta di omaggio alla memoria del grande Strauss” spinse Maurice Ravel a comporre nel 1920 “La Valse”, uno dei suoi brani più famosi. Egli stesso descrisse quel suo “poema coreografico” con queste parole: «Nubi tempestose lasciano intravedere, a sprazzi, delle coppie che danzano il valzer: quando lentamente si diradano, si distingue un’immensa sala popolata da una folla volteggiante. La scena s’illumina progressivamente, finché, raggiunto il fortissimo, si accendono i grandi lampadari. La scena si svolge alla corte imperiale, verso il 1855». Non si immaginerebbe di trovare un valzer anche nella “Sonata n. 6 op. 82” di Sergej Prokof’ev. Fu composta nel 1939-1940 e per questo viene talvolta definita “Sonata di guerra”, ma non è sempre inquieta e drammatica come questa definizione potrebbe far pensare: il terzo movimento è infatti un valzer, ma lentissimo, senza la gioia di vivere del valzer viennese.
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Mauro Mariani
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