IL TERMOVALORIZZATORE E GLI ORAZI E CURIAZI
La Russia ha dichiarato guerra all’Ucraina. E’ tempo per Albano dichiarare guerra a Roma. Duemila anni fa le due città, invece di mandare in campo interi eserciti, affidarono le sorti della guerra alla lotta tra Orazi e Curiazi – e i primi vinsero. Sul tema del termovalorizzatore la proposta è che, invece di ricorrere ai metodi cruenti e far scorrere il sangue, si affrontino due gruppi di esperti che, documentazione alla mano, stabiliscano se è opportuno che il Comune di Roma costruisca e installi l’impianto proprio a ridosso del territorio di Albano.
Il Comune di Roma è accusato dai Castellani, non soltanto dagli albanensi, di ricorrere alla pratica del NINBY, acronimo del termine inglese Not In My Back Yard, ovvero “Non nel mio cortile“. L’acronimo indica “la protesta da parte di membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante, come i termovalorizzatori, in un territorio che viene da loro avvertito come vicino ai loro interessi quotidiani, ma che non si opporrebbero alla realizzazione di tali opere se in un altro luogo per loro meno importante.”
Il Comune di Roma non è nuovo alla pratica di scaricare le proprie problematiche sui Comuni contermini: è in corso di realizzazione un insediamento a Santa Palomba di 2.500 persone che inesorabilmente graveranno sui comuni limitrofi, in primis Albano Laziale, aggravando la situazione ambientale nell’area della discarica di Roncigliano ed il traffico di via Ardeatina.
I Curiazi (cioè gli albanensi) potranno facilmente argomentare che la scelta di costruire un termovalorizzatore presenta svariati problemi tecnico-ambientali ma, soprattutto, potranno dimostrare agli Orazi (i romani) che l’impianto potrebbe essere localizzato in altri siti nello sterminato territorio di Roma. Se la battaglia sarà equa i Curiazi prevarranno sugli Orazi e Gualtieri si rivolgerà altrove per bruciare le 600 mila tonnellate annue di monnezza che la Capitale non è in grado di differenziare laddove nei Comuni dei Castelli Romani la raccolta differenziata è una realtà ormai consolidata (i Curiazi sono virtuosi).
E’ interessante rilevare che, mentre il sindaco di Pomezia è attivo nel contrastare il progetto capitolino, quello di Albano è silente. Anche i due consiglieri della Città metropolitana residenti a Cecchina (frazione di Albano) ed il deputato di Albano non sembrano strenuamente impegnati a rappresentare i punti di vista e gli interessi dei cittadini che li hanno eletti. In realtà si sta svolgendo una lotta tutta politica tra PD e 5S a livello nazionale sulla pelle dei cittadini dei Castelli Romani.
La guerra tra Russia e Ucraina è destinata a trascinarsi per secoli generando insanabili odi tra i due popoli. Se ancora una volta gli Orazi prevarranno, il risentimento dei popoli del Vulcano Laziale è destinato a manifestarsi in maniera meno cruenta ma altrettanto ferma nell’abbandono della dizione “Castelli Romani” (magari adottando quella “Comuni del Vulcano Laziale”), sancendo così la rottura di una fratellanza millenaria e causando la reintroduzione delle barriere doganali – incluse quelle del traffico e dell’importazione di monnezza.
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