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Il tempo della fine: quattro vite nell’apocalisse di Görlitz

Il tempo della fine: quattro vite nell’apocalisse di Görlitz
Gennaio 21
20:04 2021

Nell’ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria,

l’Accademia Filarmonica Romana trasmette in streaming il 26 gennaio

il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen,

con Marco Rizzi, Gabriele Mirabassi, Mario Brunello, Andrea Lucchesini

e il racconto di Guido Barbieri.

 

In streaming sulla pagina facebook e il canale youtube dell’Accademia Filarmonica Romana, e sul sito www.ansa.it

 

Nell’ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria, martedì 26 gennaio (ore 21) l’Accademia Filarmonica Romana trasmette in streaming, sul suo canale youtube e, in collaborazione con l’Agenzia ANSA, anche sul sito ansa.it – il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen affidandolo a un quartetto d’eccezione.

Marco Rizzi al violino, Gabriele Mirabassi al clarinetto, Mario Brunello al violoncello e il direttore artistico della Filarmonica Andrea Lucchesini al pianoforte, sono gli interpreti di una delle partiture ‘simbolo’ di questa giornata speciale, fra i capolavori indiscussi della musica del Novecento, eseguita per la prima volta dallo stesso Messiaen insieme ad altri tre detenuti il 15 gennaio 1941 nel campo di concentramento tedesco di Görlitz (Bassa Slesia).

Dalla Sala Casella il Quatuor viene eseguito integralmente nella versione originale, ma tra una e l’altra delle otto sezioni la voce narrante di Guido Barbieri – critico musicale, drammaturgo, voce storica di Radio3 – racconta le vicende dei quattro musicisti detenuti, esecutori della prima assoluta del Quatuor: oltre a Messiaen al pianoforte, sono il violinista Jean Le Boulaire, il violoncellista Etienne Pasquier e il clarinettista Henri Akoka. Barbieri ricostruisce le loro vite prima, durante e dopo quella storica esecuzione; quattro esistenze diverse che racchiudono speranze, oblii, pentimenti, delusioni e che costituiscono lo specchio fedele del tempo storico, tragico e irto di conflitti, in cui si sono svolte. “Ne nasce – racconta Barbieri – una riflessione sul tempo: su ciò che un’opera d’arte cardine del Novecento come il Quatuor di Messiaen ha seminato, ha fatto germogliare e ancora oggi continua a raccogliere. Una ‘apocalisse contemporanea’ che, come quella narrata dal Nuovo Testamento, non segna affatto la fine del tempo, bensì, sempre e comunque, l’utopia di un nuovo inizio”.

 

Il concerto si inserisce nell’ambito della rassegna “La musica da camera dal barocco alla contemporanea” realizzato con il contributo della Regione Lazio.

 

streaming:

 

pagina facebook Accademia Filarmonica Romana

https://www.facebook.com/Accademia-Filarmonica-Romana-728500243904893

 

canale youtube Accademia Filarmonica Romana

https://www.youtube.com/user/FilarmonicaRomana

 

sito agenzia ANSA www.ansa.it

 

 

foto https://www.dropbox.com/sh/7txsb9bc5eqdr1i/AAC1msrBmtBseYeV0nnTIo30a?dl=0

 

Ufficio stampa: Sara Ciccarelli, cell. 339 7097061, uff.stampa@filarmonicaromana.org

 

Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org

 

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dalla Sala Casella

martedì 26 gennaio ore 21

IL TEMPO DELLA FINE

Quattro vite nell’apocalisse di Görlitz

 

Marco Rizzi violino

Gabriele Mirabassi clarinetto

Mario Brunello violoncello

Andrea Lucchesini pianoforte

 

Guido Barbieri voce narrante

 

Olivier Messiaen (1908-1992)

Quatuor pour la fin du temps (1940-41)

 

Marco Rizzi

Premiato nei tre concorsi più prestigiosi per violino – il Čajkovskij di Mosca, il Queen Elisabeth di Bruxelles e l’Indianapolis Violin Compe­tition – Marco Rizzi è apprezzato per la qualità e la profondità delle sue interpretazioni. Nel 1991 gli viene conferito su indicazione di Claudio Abbado l’Europäischen Musikförderpreis, per essere uno fra i più interessanti violinisti della nuova generazione. È regolarmente ospite di sale concertistiche e teatri quali la Scala di Milano, Salle Gaveau e Salle Pleyel a Parigi, Lincoln Center di New York, Conservatorio di Mosca, Musikhalle di Amburgo, Concertgebouw di Amsterdam, Kon­zerthaus di Berlino. Ha suonato con direttori quali Chailly, Vonk, Ceccato, Noseda, Jurowski, Eötvös, e con orchestre quali Staatskapelle Dresden, Orchestre Lamoureux, Hong Kong Philharmonic Orchestra, Rotterdams Philharmonisch Orkest, etc. All’attività solistica affianca quella da camera, collaborando con interpreti quali Lucchesini, Brunello, Zylberstein. Nel febbraio 2019 per la rivista Amadeus è uscito il CD (In)certamente Mozart, nato da un’idea di Marco Rizzi in collaborazione con il Perosi Ensemble di Biella. Ha insegnato alla Hochschule für Musik a Detmold ed è stato chiamato nel 2008 alla Ho­chschule für Musik a Mannheim. Dal 2007 è anche professore alla Escuela Superior de Música Reina Sofía di Madrid. Attualmente suona un violino P. Guarneri del 1743, messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale Onlus.

 

Gabriele Mirabassi

Clarinettista italiano che si muove con uguale disinvoltura sia nella musica classica che nel jazz. Negli ultimi anni poi svolge una ricerca approfondita sulla musica strumentale popolare brasiliana e sudamericana in genere. Collabora inoltre sistematicamente con artisti di ambiti eterogenei, partecipando a progetti di teatro, danza, canzone d’autore, ecc… Le collaborazioni quindi nel corso degli anni sono state numerosissime. Nel jazz, fra i tanti Richard Galliano, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Marc Johnson, John Taylor, Steve Swallow, Stefano Battaglia, Roberto Gatto, Rabih Abu Khalil, Edmar Castaneda. In Brasile: Guinga, André Mehmari, Monica Salmaso, Sergio Assad, Trio Madeira Brasil, Orquestra a Base de Sopro di Curitiba e molti altri.

Nella musica classica: John Cage, Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra d’Archi italiana, Banda Sinfonica do Estado de Sao Paoulo, Ensemble Conductus, Orchestra Bruno Maderna, ecc… Inoltre ha collaborato in vari ambiti (teatro, canzone d’autore, danza) con, per citarne solo alcuni, Gianmaria Testa, Erri De Luca, Ivano Fossati, Sergio Cammariere, Mina, Giorgio Rossi, David Riondino, Marco Paolini.

Oltre ad essere leader del quartetto Canto di ebano (premiato col Premio della Critica Arrigo Polillo come “Miglior disco dell’anno TopJazz 2008”) suona attualmente in duo con i chitarristi brasiliani Guinga e Roberto Taufic (con quest’ultimo condivide il progetto Um Brasil diferente) col pianista André Mehmari (con cui ha dato vita a Miramari), col pianista Andrea Lucchesini, con Richard Galliano, con Enrico Pieranunzi, in trio con Nando Di Modugno e Pierluigi Balducci (Gli amori sospesi e Scanzonati – progetto che “contamina” il trio musicale con l’incursione della parola, un quarto strumento che viene pronunciato, scandito, “suonato” da David Riondino), in trio con Roberto Taufic e Cristina Renzetti (nel progetto Correnteza). Particolarmente interessato alla definizione di una poetica musicale che faccia incontrare il repertorio colto con quello popolare, presenta un programma di opere solistiche per clarinetto e orchestra d’archi da lui appositamente commissionate.

 

Mario Brunello

Solista, direttore, musicista da camera e di recente pioniere di nuove sonorità con il suo violoncello piccolo, è stato il primo Europeo a vincere il Concorso Čaikovskij a Mosca nel 1986. Brunello è un violoncellista dotato di un talento e di una libertà espressiva fuori dal comune, che gli permettono di affrontare con eguale sensibilità repertori che spaziano dalla musica antica a quella contemporanea. Ha collaborato con i più importanti direttori d’orchestra quali Antonio Pappano, Valery Gergiev, Myung-whung Chung, Yuri Temirkanov, Zubin Mehta, Ton Koopman, Manfred Honeck, Riccardo Muti e Seiji Ozawa. Nell’arco della sua lunga carriera, si è esibito con le più prestigiose orchestre del mondo tra cui la London Symphony e la London Philharmonic Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la San Francisco Symphony, la NHK Tokyo, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la Filarmonica della Scala e la Filarmonica di Monaco, per citarne alcune. Nell’ambito cameristico ha coltivato stimolanti collaborazioni con autorevoli personalità tra cui Gidon Kremer, Martha Argerich, Yuri Bashmet, Andrea Lucchesini, Frank Peter Zimmermann, Giuliano Carmignola, Maurizio Pollini e il Quartetto Borodin. Sempre alla ricerca di nuove forme di espressione artistica che possano comunicare con un più ampio pubblico e grande appassionato di filosofia, scienza, teatro e letteratura, Mario Brunello ha elaborato diverse nuove forme di divulgazione musicale collaborando con personalità quali il pianista jazz Uri Caine, il cantautore Vinicio Capossela, il fisico Carlo Rovelli, lo scrittore Alessandro Baricco e l’attore Marco Paolini.

Questi ultimi anni hanno visto Mario Brunello sempre più spesso nel doppio ruolo di direttore e solista, con collaborazioni che vanno dalla Kremerata Baltica ai Solisti di Mosca, alla Kioi Sinfonietta di Tokyo, l’Orchestra del Teatro La Fenice e l’Orchestra Čaikovskij di Mosca.

Suona un prezioso Maggini dei primi del Seicento, al quale ha affiancato negli ultimi anni il violoncello piccolo a quattro corde.

La variegata discografia di Brunello include lavori di ogni epoca, fra cui il Triplo Concerto di Beethoven con Claudio Abbado (Deutsche Grammophon), il Concerto di Dvořák con Antonio Pappano (EMI), l’esecuzione dal vivo del Concerto n° 2 di Šostakóvič con Valery Gergiev, alla Salle Pleyel di Parigi, e tre diverse incisioni delle Suites per violoncello di Bach. Con la Kremerata Baltica e Gidon Kremer ha inciso The Protecting Veil di Tavener registrato al Festival di Lockenhaus e Searching for Ludwig – tributo a Beethoven.

Mario Brunello è il Direttore Artistico dei Festival Arte Sella e dei Suoni delle Dolomiti. A ottobre 2020 è stato nominato Direttore Artistico del Festival di Stresa, succedendo a Gianandrea Noseda.

 

Andrea Lucchesini

Formatosi alla grande scuola pianistica di Maria Tipo, Andrea Lucchesini s’impone all’attenzione internazionale giovanissimo, con la vittoria del Concorso Internazionale “Dino Ciani” presso il Teatro alla Scala di Milano. Suona da allora in tutto il mondo con orchestre prestigiose ed i più grandi direttori, suscitando l’entusiasmo del pubblico per la combinazione tra solidità di impianto formale nelle sue esecuzioni, estrema cura del suono, raffinatezza timbrica e naturale capacità comunicativa. I primi mesi del 2020 lo hanno visto protagonista del Festival di Cartagena, e in concerto al Teatro alla Scala diretto da Lorenzo Viotti, mentre sono stati cancellati impegni importanti che lo avrebbero visto protagonista, tra l’altro, di concerti con le Orchestre della Scala e del Maggio Musicale dirette da Zubin Mehta. La sua ampia attività, contrassegnata dal desiderio di esplorare la musica senza limitazioni, lo vede proporre programmi che spaziano dal repertorio classico a quello contemporaneo, proposto sia in concerto sia in numerose registrazioni in disco, dalle giovanili incisioni per EMI fino alla festeggiatissima integrale live delle 32 Sonate di Beethoven (Stradivarius), mentre con Giuseppe Sinopoli e la Staatskapelle di Dresda ha inciso per Teldec due capolavori del ‘900 come Pierrot lunaire di Schönberg ed il Kammerkonzert di Berg. Appassionato camerista, collabora regolarmente con artisti di grande prestigio, numerose le registrazioni in duo con il violoncellista Mario Brunello tra le quali l’integrale dell’opera beethoveniana. Negli ultimi anni Lucchesini si è immerso con entusiasmo nel repertorio schubertiano, a partire dalla registrazione degli Improvvisi, in un cd AVIE Records accolto dal plauso della critica internazionale; E’ iniziata nel 2018 la collaborazione con la casa tedesca AUDITE per la quale è uscito il primo disco del progetto: “Dialogues” con musiche di Berio e Scarlatti, Schubert e Widmann e Schubert Late Piano Works. Ad ottobre 2020 il terzo ed ultimo disco dedicato a Schubert. Per BMG ha inciso il Concerto IIEchoing curves” di Berio sotto la direzione dell’Autore: questa registrazione segna una delle tappe fondamentali di una stretta collaborazione con Berio.

Convinto che la trasmissione del sapere musicale alle giovani generazioni sia un dovere morale, Lucchesini si dedica con passione anche all’insegnamento, attualmente presso la Scuola di Musica di Fiesole, di cui è stato fino al 2016 direttore artistico. Tiene inoltre frequenti masterclass presso importanti istituzioni musicali italiane ed europee, tra cui l’Accademia di Musica di Pinerolo, il Mozarteum di Salisburgo, e dal 2008 è Accademico di Santa Cecilia.

Dal 2018 è Direttore Artistico dell’Accademia Filarmonica Romana.

 

 

Guido Barbieri

Insegna Storia ed estetica della Musica al Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena. Per vent’anni critico musicale del quotidiano La Repubblica, scrive attualmente per pagine culturali de Il Manifesto. Da quest’anno collabora in qualità di tutor alla Biennale Musica di Venezia. Dal 1980 voce “storica” di Radio 3 si dedica principalmente, oggi, alla drammaturgica musicale, rivolgendo una particolare attenzione alla “musica della realtà”. Ha scritto testi, libretti e readings per molti teatri in Italia e all’estero, in collaborazione con alcuni dei più noti musicisti, compositori e registi italiani: Riccardo Nova, Franghiz Ali Zadeh, Lucia Ronchetti, Silvia Colasanti, Ennio Morricone, Adriano Guarnieri, Paolo Marzocchi, Andrea Molino Michele Tadini, Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Giorgio Barberio Corsetti, Elio De Capitani, Moni Ovadia, Alessio Pizzech e molti altri. I titoli più importanti sono Portopalo. Nomi su tombe senza corpi, Night Commuters, Three Miles Island, Al Kamandjati, basato sulla storia del musicista palestinese Ramzi Aburedwan, Le ossa di Cartesio, In alloro mutò il suo pianto. Numerosi in particolare, i testi e gli spettacoli dedicati alla musica della Shoah. Tra gli altri La corda spezzata, un radiodramma sui musicisti di Terezin prodotto da Radio 3 e presentato al Prix Italia, l’adattamento di Badenheim 1939 di Aaron Appelfeld e de I Cannibali di George Tabori, Le imperdonabili, basato sui Diari di Etty Hillesum, Un violoncello nell’inferno di Terezin, Dove almeno troverò un po’ di pace, dedicato alla vicenda di Orlando Orlandi Posti, uno dei martiri delle Fosse Ardeatine, Il diario di Dora Klein, Storia di Jean e Jean, sulla vicenda di Jean Le Boulaire/Jean Lanier, e inoltre il libretto dell’opera Il viaggio di Roberto. Un treno verso Auschwitz, su musiche di Paolo Marzocchi.

Tuttora scrive saggi e tiene conferenze per le maggiori istituzioni musicali italiane. Attualmente è direttore artistico della Società dei Concerti Guido Michelli di Ancona e membro della direzione artistica dell’Archivio Nazionale del Diario di Pieve S. Stefano. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Feronia per la critica musicale.

 

 

 

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