IL TEATRO SISTINA DEGLI ANNI D’ORO
Mentre i sipari restano calati a causa del DPCM che ha imposto la chiusura per il contenimento del contagio da Covid 19 e altri calati per sempre soffocati dalla crisi scatenata dalla pandemia negli archivi del maestro Magni abbiamo ritrovato i manoscritti di alcuni degli spettacoli che ormai sono storia.
IL TEATRO SISTINA DEGLI ANNI D’ORO
In questi giorni, di forzata chiusura a causa del DPCM, stiamo lavorando alla catalogazione degli archivi del maestro Luigi Magni e della Signora Lucia Mirisola che non contengono solo preziose testimonianze cinematografiche, ma anche quelle di un teatro che ha scritto la storia dello spettacolo italiano. Stiamo parlando delle celebri commedie musicali firmate da Pietro Garinei – Sandro Giovannini – Pasquale Festa Campanile – Massimo Franciosa e Luigi Magni che hanno fatto del Teatro Sistina il tempio del teatro italiano. Quel teatro impreziosito dalle musiche di Armando Trovajoli che ci invidia tutto il mondo, portato in America con Rugantino. Tra le carte, abbiamo trovato i manoscritti di Ciao Rudy – Venti Zecchini d’Oro – Viola Violino e Viola d’amore, fino alle celebri opere solo di Magni come i 7 Re di Roma – I Figli della Lupa – Gaetanaccio con la quale venne riaperto il Brancaccio al teatro dopo anni di solo cinema nel 1978. Con i sipari calati a causa del DPCM che impone la chiusura per il contenimento del contagio e altri sipari calati per sempre, sfogliare quelle pagine è una emozione particolare, sembra di udire gli applausi a scena aperta, o vedere Mastroianni che balla sul palco del Sistina, Rascel protagonista dei Venti Zecchini d’Oro , Salerno e le Kesseler in Viola Violino e Viola d’amore, Proietti con i 7 Re di Roma e Gaetanaccio. Un mondo che purtroppo ora è solo storia. Musiche, autori di una generazione fatta di uomini di cultura, romani nel loro dna più intrinseco che sono stati capaci di scrivere un patrimonio che oggi è il tesoro più importante della cultura dello spettacolo italiano. La memoria in questo momento storico è sempre più importante perché tutto questo non vada perso e chi viene dopo sappia. E’ faticoso andare avanti in questo particolare momento storico, dove nei teatri è protagonista il silenzio, con la morte di Gigi Proietti, è faticoso, ma sono proprio loro a darci lo slancio per proseguire e noi dobbiamo farlo. Velletri sta diventando sempre di più il punto di riferimento per questo recupero della memoria, grazie alla lungimiranza del Dirigente Scolastico del Cesare Battisti Eugenio Dibennardo , con la conservazione degli archivi di Luigi Magni verso la nostra città guardano tutti gli studiosi di questi grandi uomini che continuano a meravigliarsi come in una città di provincia si sia riusciti dove Roma ha fallito. Per noi deve essere un orgoglio, Velletri oggi conserva un patrimonio che tanti vorrebbero avere ma non hanno tutto ciò perché è stata la prima città in Italia a intitolare una strada a Luigi Magni. Appena possibile vi aspettiamo per apprezzare queste meraviglie. Un grazie come sempre al Dirigente Eugenio Dibennardo, al Sindaco Orlando Pocci all’Assessore Romina Trenta per la loro vicinanza e il loro sostegno.
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