Notizie in Controluce

Il 6 marzo 2024 sono stati abbattuti i 6 platani di Piazza Carducci di Albano Laziale.

La decisione dell’amministrazione comunale è stata oggetto di critica da parte di oltre 2.500 cittadini che, in base a una perizia diversa da quella richiesta dal Comune, ritenevano che gli alberi non fossero pericolosi e quindi da abbattere, ma che dovessero essere curati.

La vicenda è stata caratterizzata dall’indisponibilità dell’amministrazione comunale a consentire la partecipazione dei cittadini alle varie fasi del progetto, e ad aprire un confronto aperto e costruttivo. Ciò ha condotto a una forte tensione, una spaccatura verticale tra eletti ed elettori, così che, al momento del taglio, è stato predisposto uno schieramento di forze dell’ordine, necessario ma sproporzionato, come se gli amministratori, non conoscendo adeguatamente i propri amministrati, ritenessero che i firmatari della petizione fossero pericolosi sovversivi pronti a irrompere nel cantiere e che costituissero un serio pericolo per la sicurezza pubblica.

Al di là della bontà o meno delle decisioni assunte, la vicenda consente di affrontare il tema della cura dell’ambiente ad Albano Laziale. E la chiave è: le colpe dei padri ricadono sui figli.

Da molti anni la cura del verde non è la priorità del Comune, e ciò per vari motivi tra cui il pensionamento dei giardinieri e la loro mancata sostituzione anche se sono stati banditi concorsi per alte figure professionali. Di fronte alle note ristrettezze finanziarie degli enti locali, il Comune ha preferito concentrarsi su altri obiettivi così che le potature e gli interventi curativi degli alberi sono stati tralasciati. Così, gli eventi atmosferici straordinari dell’8 luglio 2022 hanno condotto all’abbattimento di 48 alberi, 25 a Villa Doria e 23 a Villa Ferraioli, molti dei quali erano in condizioni precarie a causa della mancata manutenzione mentre altri, al momento del taglio (così come per i platani di Piazza Carducci), non presentavano apparenti danni tali da procedere all’abbattimento.

Il caso di Piazza Carducci è emblematico: fino a tre lustri fa, i 6 platani venivano potati e sottoposti alle necessarie cure ogni quattro anni; poi sono stati lasciati al loro destino, i rami malati non sono stati rimossi e le chiome hanno raggiunto vette troppo alte.

L’eredità è dunque pesante, ed è figlia di una politica corto-vedente e poco responsabile, volta a garantire consenso elettorale promettendo “pasti gratis” senza guardare al futuro.

L’attuale amministrazione comunale si sta muovendo sulla stessa strada. Nei 22 obiettivi del programma del 2020 del sindaco Borelli la cura del patrimonio arboreo è assente.

Nel caso in cui le associazioni che si sono attivate nel corso delle scorse settimane procedessero con una denuncia per danno erariale, l’analisi dei tronchi e dei rami tagliati potrà essere utilizzata, insieme alle perizie degli agronomi, per valutare la pericolosità dei platani.

La lezione può essere questa: i cittadini sono interessati a soddisfare le esigenze di breve periodo, troppo spesso in un’ottica consumistica, e coloro che sono chiamati a svolgere l’azione politica non ce la fanno (supponendo che lo vogliano) ad assumere decisioni impopolari che comportano un sacrificio di oggi per il bene del domani. Dunque gli alberi, come altre espressioni del futuro, rimangono nel dimenticatoio, si ammalano e possono cadere.

Per uscire da questa fase storica di decadenza e di crisi a livello globale (cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione, guerre, ecc.) ci vorrebbe un vero cambio di paradigma nelle idealità, nei valori, nelle aspettative, ed una classe dirigente degna di questo nome, con la testa rivolta davanti e non all’indietro – ma tale classe dirigente non è alle viste.