Il sorriso dell’Arcivescovo scalda i cuori di Barni e della Vallassina
Un programma intenso quello del nuovo Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini nel Triangolo Lariano, tra le province di Como e Lecco, territorio ricco di bellissimi esempi di architettura romanica oggetto di crowdfunding
Sabato 2 settembre 2017
“Grande è l’attesa delle comunità cristiane del decanato vallassinese” recitano all’unisono i parroci della zona, che attendono un gran numero di fedeli nelle brevi tappe previste dal percorso. L’Arcivescovo, di origine varesotta, inizierà a conoscere questi luoghi custodi di millenarie tradizioni cristiane come testimoniano le antiche chiese romaniche presenti sul territorio. Da San Cosma e Damiano a Rezzago a Sant’Alessandro a Lasnigo, fino a San Pietro e Paolo a Barni. L’Arcivescovo, noto per il suo stile comunicativo brillante e ironico e per una grande capacità dialettica che sa avvicinare con gioia alla fede, ha scelto di visitare queste parrocchie per entrare nella realtà del territorio e delle comunità di cui è stato nominato pastore. Il tempo di una decina del rosario e di una preghiera comune scritta di proprio pugno che verrà poi donata a tutti i presenti. L’Arcivescovo sarà alle 9,30 nella chiesa nel centro del paese a Barni, dove Don Giovanni Giovannoni, parroco dell’Unità Pastorale Alta Vallassina, insieme ai suoi abitanti e alle Associazioni locali, stanno raccogliendo incessantemente fondi necessari per i costosi lavori di restauro di San Pietro e Paolo. Il cuore dei Barnesi batte forte per questa chiesetta romanica con affreschi molto belli da riportare all’antico splendore recentemente classificatosi al primo posto tra i luoghi del cuore del FAI della provincia di Como. La data del XII secolo è quella riferita agli elementi certi, ma il nucleo originario medioevale, il più antico, costituito dal campanile e dalla porzione più orientale comprendente l’abside, quasi con altrettanta certezza, risale al X secolo, così come emerge dagli studi di Edoardo Arslan nella sua “Storia di Milano” edita nel 1954 da G. Treccani. A testimoniarlo l’abside ancora a forma semicircolare (nelle chiese bisogna aspettare la fine del XII secolo per vedere affermarsi l’abside a forma quadrata) e il fatto che il campanile sorge in posizione staccata di ben nove metri, ruotata con un’angolazione autonoma rispetto al corpo più antico della Chiesa, nella quale fu inglobato dai successivi ampliamenti. Gli affreschi che decorano le pareti appartengono a vari periodi e si trovano sovrapposti a quelli originari molto deteriorati, fra i quali spicca una rarissima rappresentazione di S. Lucio. Nella sua visita pastorale del 20 ottobre 1570 San Carlo Borromeo parlò delle pareti della Chiesa interamente coperte di pitture, oggi purtroppo rovinate a causa della loro antichità. Sembra giusto pensare che tali dipinti siano quindi molto anteriori ai tempi di San Carlo e risalgano, quantomeno, al XIV-XV secolo. Pregevole, anche se ormai depauperato dai furti nelle sue componenti migliori, un altare ligneo dorato risalente al ‘700. Degne di nota inoltre le due campane che, secondo le iscrizioni vennero fuse nel 1420 la minore e nel 1454 la maggiore, due date che ne fanno le più antiche giunte sino a noi fra quante sono note nell’intera provincia di Como. L’insieme di questo patrimonio artistico richiede allora un radicale intervento di tutela. Come detto, per poter iniziare gli interventi di rifacimento, sono in programma una serie di iniziative piccole e grandi che coinvolgono le associazioni del territorio, tra cui CulturaBarni, che si stanno adoperando per raccogliere i fondi, anche attraverso una Lotteria Pro Restauri con importanti premi (da una crociera nel Mediterraneo a una fuga romantica a Bellagio, a un orologio da collezione esposto al MOMA, a un pouf di design griffato e molti altri ancora). Del crowdfunding si sta occupando inoltre la Fondazione Comasca Onlus dove stanno già confluendo le donazioni (l’iban è IT23U0760110900000021010269). Il donatore potrà usufruire dei benefici fiscali previsti dalla legge, sia esso una persona fisica o un’impresa. (La Fondazione, che corrisponde una sua ricevuta, è a disposizione per ogni assistenza in merito).
Il Decanato di Asso
Gli appuntamenti nel Decanato di Asso cominceranno alle ore 7,30 ad Onno – Oliveto Lario con un momento di preghiera nella Chiesa Parrocchiale di San Pietro Martire. Alle ore 8,15 Delpini è atteso a Valbrona nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Apollinare e Materno. Continua il breve viaggio con la tappa delle ore 9.00 nella comunità Pastorale Madonna di Campoé a Caglio nell’omonimo Santuario per poi proseguire verso Barni dove è atteso alle ore 9,45 nella Parrocchia di San Pietro e Paolo in cui l’Arcivescovo farà tappa nella Chiesa Parrocchiale dell’Annunciata in rappresentanza dell’Unità Pastorale Alta Vallassina. Il programma del prelato prosegue con la Chiesa di San Giovanni Battista ad Asso dove è atteso alle ore 1.30 e terminerà a Canzo con la preghiera delle 11.15 nella Chiesa di Santo Stefano Protomartire. Il decanato si estende interamente nella Vallassina e il comune di Canzo (cittadina più popolata di tutto il decanato). Comprende 13 parrocchie in 11 comuni, 10 dei quali appartenenti alla provincia di Como mentre 2 parrocchie si trovano nelle frazioni di Onno e Limonta del comune di Oliveto Lario che appartiene alla provincia di Lecco.
Il decanato è composto dalle seguenti Parrocchie:
Asso, San Giovanni Battista
Barni, Santi Apostoli Pietro e Paolo
Caglio, Santi Gervaso e Protaso
Canzo, Santo Stefano Protomartire
Civenna, Santi Materno e Ambrogio
Lasnigo, Presentazione di Maria Vergine
Magreglio, Santa Marta Vergine
Limonta (Oliveto Lario), Santi Ambrogio e Bernardo
Onno (Oliveto Lario), San Pietro Martire
Rezzago, Santa Maria Nascente
Sormano, Sant’Ambrogio
Valbrona, Santi Apollinare e Materno
Visino (Valbrona), Beata Vergine Assunta
Mario Delpini, Arcivescovo della Diocesi Ambrosiana
Sua Eccellenza Monsignor Mario Delpini è il 145esimo vescovo del capoluogo lombardo e succede ad Angelo Scola dopo la nomina di Papa Francesco. Sessantasei anni, nato a Jerago con Orago in provincia di Varese, predicatore appassionato, acuto e ironico, dal 2012 è vicario generale della Diocesi di Milano e da quest’anno Arcivescovo successore di Sant’Ambrogio. Grande conoscitore della diocesi, esempio di umanità e umiltà ma anche di grande franchezza nelle sue prediche «Di fronte alla complicazione e allo scoraggiamento: eccomi. Per esercitare la pazienza, per mettere competenza e determinazione a servizio di chi si sente smarrito, per infondere uno slancio che abbia l’audacia del rinnovamento». Già vicario episcopale della Zona Pastorale VI di Melegnano, che va da Abbiategrasso a Rozzano fino a Peschiera Borromeo, monsignor Delpini diventa nel 2007 vescovo ausiliare di Milano su nomina di Papa Benedetto XVI al servizio del compianto Dionigi Tettamanzi. E’ il suo predecessore Scola a nominarlo vicario generale nel 2012 e nel 2014 diviene vicario episcopale per la formazione permanente del clero nonché responsabile dell’Istituto Sacerdotale Maria Immacolata che si occupa di accompagnare i preti del primo decennio di ordinazione. Lontano dai fasti dei palazzi della Curia, monsignor Delpini vive in un sobrio appartamento nella Casa del Clero condividendola con altri preti e gira per la città in sella ad una bicicletta. Abile saggista e scrittore nonché bravo disegnatore, parla spesso di vizi e vezzi della vita della chiesa trattandoli con ironia e allegria. Famosa la sua massima dedicata ai milanesi «Mi è simpatica la Madonnina dei milanesi, che né piange né parla. Continua a sorridere, Madonnina dei milanesi! Continua a ricordare che il segreto del mondo è tenerezza e compassione e una sorprendente vocazione alla gioia». Un compito gravoso di gestione della grande Diocesi Ambrosiana Milanese attende il nuovo pastore che gli si avvicinerà con la consueta allegria ed ironia.
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