Il sindaco di Porto Potenza Picena non ama i naturisti (ma i loro soldi sì)
Che strazio, da una settimana sui giornali delle Marche non si fa altro che parlare della campagna “moralizzatrice” del sindaco del comune di Porto Potenza Picena, “che vuole sradicare la piaga del nudismo” sulle sue spiagge, a suon di multe. Un sindaco molto “religioso”, evidentemente, ma poco “naturista”. Sì perché tanto per cominciare le persone che amano una
vita semplice e sana e d’estate stanno all’aria aperta senza abiti sono chiamati “naturisti”. E la loro è una pratica consigliata anche dai medici “per consentire alle parti molli -solitamente coperte- di venir irrorate dai benefici raggi solari”. Come può ben evincersi dal testo medico “Naturoterapia” [oh, finalmente il termine corretto: usato nel ’27, anno in cui non erano così ignoranti come nel 2015] un trattato completo dell’antica Scienza della Salute di Juan Angelatz y Albornia.
Gli amministratori di Potenza Picena, poi, più che a quella dei “moralizzatori” mi sembrano affini alla categoria dei “guardoni”, in quanto vanno a cercare con il lanternino sparuti bagnanti in costume adamitico che nessuno potrebbe scorgere se non intenzionalmente. Capirei se questi cosiddetti “nudisti” compissero atti osceni in luogo pubblico ma così non avviene. Poiché la nudità solitamente allontana i pensieri lascivi, perché chi va in giro nudo non si atteggia e nemmeno compie gesti provocanti, infatti la nudità implica la “naturalezza” e non la “provocazione”.
Spiagge riservate ai naturisti dovrebbero esistere anche a Potenza Picena e d’altronde se esistono spiagge aperte ai cani non si capisce perché una categoria di umani salutisti debba essere penalizzata. A meno che l’azione dei solerti amministratori di Porto Potenza Picena non abbia lo scopo recondito di rimpinguare le saccocce del comune, come spesso fanno gli amministratori civici con vari trucchetti, tipo il controllo della velocità sulle strade, etc.
Paolo D’Arpini
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