Il risparmio energetico è la sola “produzione” energetica pulita
Come ottemperare ai bisogni di energia elettrica è un falso problema, legato alla volontà politica di concentrare la produzione energetica in grossi stabilimenti. Poi con la scusa del salvataggio di qualche centinaio di posti di lavoro si nasconde la verità su come definitivamente risolvere il caso difficile. La concentrazione nella produzione energetica è una scelta data dall’uso di fonti combustibili artificiali o fossili od atomiche, causa d’inquinamento massiccio e di degrado urbano ed ambientale.
Ma attenzione in questo processo si inserisce anche la cosiddetta “green economy”, infatti questa è un fulgido esempio di come l’industria pesante e la finanza continuino ad occupare ogni ambito di produzione energetica, anche quello delle rinnovabili. Vedasi il fiorire di mega torri eoliche nelle nostre campagne o la copertura di migliaia di ettari coltivabili con neri pannelli solari.
Ora bisogna smetterla di identificare le rinnovabili col fotovoltaico che sta invadendo il territorio con milioni di mc. di strutture in cemento armato, acciaio, silicio, plastica per la produzione dei quali bisogna bruciare quantità enormi di petrolio, scavare gli inerti dalle montagne, inquinare l’aria e surriscaldarla per un beneficio illusorio se consideriamo che su un metro quadro di superficie il sole scarica più di un kw di energia che viene totalmente utilizzata dalle piante, cosa che i pannelli solari si sognano…
Poi va considerato il costo dello smaltimento successivo di questi impianti solari a terra… domani sarà un problema demolire e smaltire questi pannelli e torri eoliche per ripristinare i campi di grano e le vigne e gli aranceti che oggi sono fatti abbandonare perché non rendono al contadino quanto un impianto fotovoltaico.
Sono almeno trent’anni che continuo a suggerire la rinuncia alle grosse centrali ed il ritorno alla produzione locale con metodi naturali. Ogni comune può tranquillamente produrre energia, attraverso piccoli impianti, senza ricorrere né al poli-combustibile, né al carbon fossile, né al nucleare. Basta utilizzare le fonti naturali presenti sul luogo ed il materiale organico di scarto.
Se la produzione energetica fosse diffusa sul territorio è vero che scomparirebbe qualche inutile e dannoso posto lavoro nelle grandi centrali ma ne sorgerebbero a migliaia in altri contesti a livello locale.
Il sovrappiù energetico che non servisse al comune od alla provincia potrebbe essere “venduto” all’Enel e ritrasmesso alle città che forse non ce la fanno ad auto-sostenersi. Dico “forse” ma son convinto che con un po’ d’inventiva e di intelligenza persino i grandi centri urbani potrebbero diventare autosufficienti, basterebbe cominciare ad utilizzare in toto l’organico che ora finisce al macero o in discarica.
Ed inoltre vediamo quanta dell’energia assorbita da una grande città è veramente necessaria al suo funzionamento, magari si scopre che tantissima energia va sprecata inutilmente…
Insomma non si può continuare a far finta di niente continuando a blaterare che “serve energia” quando siamo circondati da energia inutilizzata e pulita che non viene usata. Soprattutto rendiamoci conto che la maggior parte dell’energia usata oggi è praticamente innecessaria, è solo causa di spreco di risorse e di distruzione dell’habitat. La vera produzione energetica bioregionale “pulita” è il risparmio energetico.
Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana
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