Il ricordo di via Fani e la forza di reagire
Il 16 marzo 2013 Mario Monti ed altri rappresentati delle istituzioni hanno commemorato Aldo Moro e i caduti della strage di via Fani con una cerimonia alla quale hanno preso parte anche il Ministro della Giustizia, Paola Severino, la Presidente del Pd, Rosy Bindi, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, il Questore della capitale, Fulvio Della Rocca, il delegato del sindaco per la sicurezza, Giorgio Ciardi, i familiari degli uomini della scorta di Moro. Il Presidente del Consiglio uscente ha depositato una corona di fiori in quel luogo maledetto dove 35 anni fa il politico democristiano fu rapito dalle Brigate Rosse e Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, che lo scortavano, furono uccisi.
Severino ha detto che Moro va ricordato anche per testimoniare «con quanta forza gli italiani abbiano saputo reagire in un periodo terribile della loro storia». Il 9 maggio del 1978 il cadavere dello statista pugliese fu ritrovato nel baule di un’auto parcheggiata in Via Caetani, strada situata tra Piazza del Gesù (dov’era la sede della DC) e Via delle Botteghe Oscure (dov’era la sede nazionale del Partito Comunista): il luogo del ritrovamento del cadavere rappresenta simbolicamente la volontà d’impedire quel “Compromesso Storico” tra comunisti e democristiani che sarebbe servito al rilancio della politica e dell’economia italiana. La salma di Moro fu sepolta a Torrita Tiberina, in provincia di Roma. Le esequie si svolsero in forma privata, perché la famiglia rifiutò i funerali di Stato, poiché ha sempre ritenuto lo Stato colpevole di non aver fatto abbastanza per salvare la vita di Aldo Moro. Dal 2008, L’Università degli Studi di Bari è stata intitolata allo statista e il 9 maggio è stato istituito come “Giorno della memoria” dedicato alle vittime del terrorismo.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento