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Il ricordo di Daniele Nardi alla ricerca della “via perfetta”

Il ricordo di Daniele Nardi alla ricerca della “via perfetta”
Marzo 03
12:07 2020

Il ricordo di Daniele Nardi alla ricerca della “via perfetta”: la Mondadori di Lariano ha ospitato Alessandra Carati

Tante emozioni alla Mondadori Bookstore di Lariano, nel pomeriggio di venerdì, per la presentazione del libro “La via perfetta” (Einaudi) scritto a quattro mani da Alessandra Carati e Daniele Nardi, quest’ultimo scomparso circa un anno fa sul Nanga Parbat. Daniele Nardi, alpinista affermato e sezzese di nascita, ha lasciato un segno nel cuore di tutti coloro che ne avevano apprezzato la tenacia e la preparazione e questa pubblicazione, una sorta di lascito testamentario che la brava scrittrice e giornalista Alessandra Carati ha portato a termine, getta luce ancor di più sull’uomo e sull’alpinista. Libreria gremita e grande coinvolgimento da parte del pubblico, che sente ancora vicino Daniele: “L’incontro con lui” – ha spiegato la co-autrice – “è avvenuto nel 2018. Mi ha chiesto aiuto per scrivere questo libro, perché è come se avesse tirato le fila di conflitti e difficoltà del suo cammino. La spedizione sul Nanga doveva essere l’ultima, poi avrebbe continuato le scalate aumentando la difficoltà ma abbassando la quota: voleva rimanere più vicino a suo figlio, a 42 anni si sentiva maturo”. “Non avevo conoscenza del mondo alpinistico” – ha detto ancora Alessandra Carati, intervistata da Leonardo Alivernini della sezione CAI di Velletri – “e volevo raccontare la sua esperienza anche nelle parti più oscure. Lui ha accettato subito la proposta, era una persona forse impulsiva ma con obiettivi chiari e non nascondeva i fallimenti e il carattere spigoloso. Con questo libro ha cercato di dire cosa gli ha insegnato la montagna. Era a suo agio solo lassù, un animale di alta quota, come del resto Tom Ballard: nonostante le condizioni metereologiche terribili, stavano bene con se stessi”. “Daniele guardava sempre lo Sperone e cercava la via da aprire, così è stato anche prima del tragico evento. Tra Daniele e Tom si era creato un legame fraterno e io sono stata con loro fino a gennaio. Ero certa che li avrei rivisti, il nostro saluto non è stato un addio”. L’autrice ha approfittato per sfatare un luogo comune riguardo l’alpinismo in generale e Nardi in particolare: “Ne ho sentite tante, ma loro erano molto cauti. Non facevano discorsi trionfalistici, aspettavano le condizioni giuste per procedere e stare tranquilli”. E la ricostruzione dell’accaduto ha di fatto sconfessato teorie differenti, che volevano nell’imprudenza la causa della morte dei due: “C’è stato un incidente in parete, un ancoraggio non ha tenuto e loro hanno fatto un saldo che gli ha fatto perdere conoscenza. Essendoci -60°, sono stati portati via dal freddo. La strada trovata era la più sicura, ma di fronte agli incidenti si può far poco”. Grazie a questa esperienza editoriale, Alessandra Carati è entrata in contatto anche con la famiglia di Daniele Nardi: “La moglie ci tiene che sia rispettata la sua professionalità, quella della montagna per lui non era ossessione ma la vita”. Al termine della presentazione, che ha letteralmente incantato i presenti sia per il fascino della storia, purtroppo senza lieto fine, sia per la capacità comunicativa dell’autrice, si è dato il via al lungo firma-copie e alle foto-ricordo. Per la Mondadori di Lariano un altro splendido pomeriggio, in attesa dei prossimi eventi in programma tra marzo e aprile.

 

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