Il re del mondo
Il re del mondo
Ivan Cotroneo
9788845258473
Bompiani
€ 7,50 e-book disponibile € 2,99
Mutuato, forse, il titolo da un mito e da R. Guénon (o dalla canzone di Franco Battiato?) il ventiseienne Andrea, fisico da modello, avvezzo a coltivare l’apparenza necessaria alle comparsate televisive, sempre aspirante attore, vive ai margini della gente di successo romana e non ha niente a che vedere con la regalità se non nei rari momenti di intimità in cui sogna d’essere fotografato coperto solo d’un giubbotto di pelle. Arrivato da Napoli, dove ha lasciato una famiglia tradizionale e affettuosa, prova a placare con acidi e cocaina l’anaffettività che condivide con amici, colleghi, ragazze e ragazzi con cui liberamente scambia nottate di sesso.
I suoi punti fermi sono la ricerca di altri piccoli lavoretti per mantenersi, oltre l’apparire, (sempre più avvilenti e alienanti come nella realtà), l’incessante passione per la moda e per ciò che può premiare la frustrazione, sua e altrui; l’amore per la musica, colonna sonora di disimpegno, frutto di mitizzate interpreti multimiliardarie, sottofondo ad una esistenza divisa tra lavoro, feste, vernissage. Lo introduce ad un ambiente più promettente la regista di un talk-reality, di cui diviene l’amante, e che gli darà l’opportunità, o quella che Andrea crede tale, di impersonare un ruolo all’apparenza facile, e che sarà nodo, non unico tra le cause, che innescherà la spirale d’angoscia e poi di violenza che ingoierà Andrea sottraendogli anche quel poco che pensava d’aver conquistato. La Roma perbenista sta appena sotto la superficie di un ‘tutto’ che sembra concesso senza remore (acidi, utilizzo dei corpi altrui). L’indifferenza di tutti al destino del vicino è palpabile ad ogni riga, come la capacità dei protagonisti di risorgere ogni minuto dalle ceneri dell’umiliazione, che è il più grande pregio del racconto assieme ad un linguaggio/ritmo che a distanza di dieci anni dalla pubblicazione del libro continua ad essere un punto d’arrivo della contemporaneità (anche per chi leggendo poco i contemporanei volesse rendersi conto di cosa possa significare). Gli elementi non hanno neppure più bisogno di frullatore perché un collage pop sembra formarsi sotto gli occhi di Andrea anche solo girando in città col motorino e traversando ambienti che hanno in comune stanchezza esistenziale, incultura, inessenzialità mettendocela tutta per sembrare insostituibili ed essenziali. Cotroneo è un apprezzato sceneggiatore di cinema e televisione (La kryptonite nella borsa; Una mamma imperfetta; Una grande famiglia) ma prima di cominciare l’avventura del libro narrata per brevi capitoli, (presentato al pubblico come giallo (?)), ci si va a leggere la postfazione di Fernanda Pivano (1917-2009) che per il bravo scrittore mette in campo F.Scott Fitzgerald e B. Easton Ellis, e poi la si va a rileggere alla fine, poiché la scrittrice insiste nell’identificare l’autore col protagonista. Al lettore sembra chiaro che non sono la stessa persona, ma la Pivano ha avuto Cotroneo davanti agli occhi e riporta la sua impressione. Lo stordimento dell’apparire quale essere, con tutti i suoi pericoli, continua per l’inconsapevole protagonista, complice ancora l’onnipresente TV, come in Reality, il bel film di Matteo Garrone. «E rimani lì a guardarti, (in TV n.d.r.) e sei contento, e allora finalmente sorridi». (Serena Grizi)
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