Il pronipote di un caduto austroungarico visita la scalinata a loro intitolata a Velletri
Domenica scorsa mentre mostravo a mio figlio la Scalinata dei Prigionieri Austroungarici, intitolazione da me fortemente voluta come Consigliere Comunale già anni fa e per la quale ho ricercato tutti i nomi di questi caduti nell’archivio del nostro cimitero, ho notato una piccola ghirlanda di fiori con un nastrino con i colori della bandiera della Repubblica Ceca con su scritto il nome di uno dei quei soldati caduti. Ho subito capito che qualcuno era venuto a Velletri a fare visita alla scalinata ed aveva anche corretto con un pennarello indelebile il cognome di un soldato ceco: Florián Vystrčil, sulla tabella riportante i nomi di quei 83 soldati, tutti morti a Velletri durante la prigionia di malaria e spagnola. Ricordo che questa scalinata sita presso i giardini di Viale Marconi, fu realizzata proprio da loro durante la prigionia a Velletri nel periodo della prima guerra mondiale. Una mia ricerca su internet mi ha fatto scoprire con grande sorpresa un articolo sul giornale on line di Praga “denik.cz” che riportava la storia di Radovan Jancar, pronipote di questo soldato austroungarico, che era stato a Velletri a visitare la “Scalinata dei Prigionieri Austroungarici” ed il grande ossario del cimitero dove riposano i loro resti e dove ha posto una seconda ghirlanda di fiori. Leggendo l’articolo del giornale di Praga ho scoperto che questo pronipote, scrittore di libri storici, era da tanti anni alla ricerca di questo suo bisnonno, del quale nessuno dei familiari aveva più saputo niente da ormai oltre 100 anni. Il pronipote racconta nell’articolo, che ha trovato in internet un articolo che parlava di Velletri e di questa intitolazione della scalinata e così ha deciso di percorrere 1.400 km per raggiungere Velletri per potere finalmente chiudere il cerchio sulla storia del suo bisnonno e nel quale articolo menziona anche il mio nome col desiderio di volermi incontrare. Per me è una grande emozione ed era impensabile quando insieme agli amici Luca Leoni, Roberto Zaccagnini e Tonino Parmeggiani realizzammo quella tabella con tutti gli 83 nomi di quei caduti austroungarici che dopo oltre 100 anni ci fossero ancora familiari alla ricerca di questi sfortunati soldati allora nostri nemici. Il pronipote Radovan Jancar, racconta che il bisnonno Florián Vystrčil, contadino e suonatore di clarinetto di nazionalità ceca ma allora appartenente all’Impero Austroungarico, si arruolò a 38 anni nell’esercito imperiale e dopo avere combattuto sul fronte orientale contro le truppe dell’Impero russo venne trasferito a settembre 1915 sul fronte italiano dove nella brutale battaglia di Doberdò del Lago (GO) dove perirono 100mila soldati da ambo le parti, venne fatto prigioniero dagli italiani e portato con altri 600 commilitoni a Cefalù in Sicilia dove nel caldo a lui inusuale venne impiegato in lavori nei vigneti e nelle strade di montagna. Nel 1918 fu trasferito a Velletri insieme ad altri prigionieri austroungarici dove lavorò alla costruzione di quella scalinata oggi a loro intitolata. Purtroppo morirono tutti di malaria e della terribile spagnola. Lui fu uno degli ultimi a morire ad ottobre 1919 e pensare che due mesi dopo sarebbe dovuto essere rimpatriato. Il pronipote racconta di avere avuto una indescrivibile sensazione a scendere quelle scale che il suo bisnonno costruì insieme ai suoi compagni di prigionia. Visto che non è riuscito a rintracciarmi, a questo punto contatterò io Radovan Jancar, pronipote del soldato prigioniero austroungarico Florián Vystrčil, rimasto a Velletri per sempre.
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