Il problema dell’acqua
Il futuro dell’acqua è un argomento che interessa i governi, i ricercatori sul clima e gli amministratori dei grandi sistemi di fornitura umana e animale. I tecnici dell’OCDE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), come dimostrato nell’ultima occasione del forum mondiale sull’acqua tenuto a Marsiglia in Francia, rilevano le analisi sulla crescente domanda e sullo specifico consumo dell’acqua nelle produzioni alimentari. Si stima così che il 40% della popolazione mondiale vivrà nelle aree dei bassi corsi dei bacini idrografici, causa l’inquinamento e le inevitabili secche, con circa un miliardo di persone che vivranno in centri urbani senza accesso ad acqua potabile.
Il forum ha concentrato la sua discussione sul controllo della domanda di queste risorse naturali, davanti alla prospettiva di una crescita imponente del 55% fino al 2050, con la tendenza all’espansione disordinata delle città, principalmente nei paesi in via di sviluppo, dove il problema tende ad aumentare ogni anno. In aggiunta ci sono le pessimistiche previsioni dell’aumento della temperatura globale di cinque gradi Celsius. In ragione di questi fenomeni, i cambiamenti climatici nel regime delle precipitazioni (piogge) provocheranno siccità nelle regioni caratterizzate da un’elevata piovosità, così da tornare a zone semiaride o addirittura desertiche. Si è formato così un blocco, nell’OCDE, composto da: Brasile, Russia, Cina, India, America del Sud e Indonesia che risponderà per più della metà del consumo d’acqua nel 2050 e che contesta apertamente la poca rilevanza attribuita al tema. L’eccessiva domanda appartiene ai paesi sviluppati, in ragione dei modelli e delle produzioni di ricchezza. Queste ipotesi, in relazione alle economie di sviluppo, potranno esser parte di pressioni atte ad inibire la crescita accelerata del terzo mondo. Quello che è più necessario modificare subito è la dispersione di acqua che si verifica nell’agricoltura e nelle produzioni industriali. Allo stesso tempo, va promossa la creazione di comitati di bacini idrografici, stabilendo il controllo e la riutilizzazione delle fonti idriche.
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