Il Piccolo Principe al Teatro Civico
Una favola per comunicarle quanto importante potesse essere quella “Rosa” che il Piccolo Principe amava e curava nel suo pianeta, mondo che rimpiangeva di aver lasciato e che voleva rivedere al più presto. Quell’unica rosa del suo pianeta, un po’ capricciosa, vanitosa, prepotente, che richiedeva cure e attenzioni: preziosa perché per lui esclusiva e cara, al punto da riempire di nostalgico affetto i suoi ricordi. Numerosi i bambini presenti tra il pubblico il 26 dicembre al Teatro Civico di Rocca di Papa ad assistere allo spettacolo “Il Deserto, il Principe e la Rosa”, tratto appunto dall’opera dell’autore francese. Fortunati spettatori ai quali gli adulti hanno voluto regalare questa splendida favola, interpretata con efficacia da Camilla Ribecchi e Francesca Tomassoni, con la regia di Antonella Caucci. Essenziale la scenografia che, proprio nella sua semplicità, ha messo in risalto le qualità interpretative delle valenti attrici.
Il viaggio interplanetare del Piccolo Principe nello Spazio gli permette, dopo aver lasciato il suo piccolo pianeta, dove i tramonti si susseguono l’uno dopo l’altro, di incontrare diversi personaggi inconsueti e singolari con i quali si intrattiene prima di raggiungere, su consiglio di un Esploratore, il Pianeta Terra, dove atterra nel deserto. Qui incontra il Pilota, fermo per un guasto al motore del suo aereo, tra la sabbia del Sahara: il loro incontro permetterà di cogliere un punto che li accomuna: entrambi “vedono” il mondo con gli occhi dell’infanzia. Infatti, quando il Piccolo Principe chiede all’Aviatore di disegnargli una pecora, non si accontenta inizialmente di quello che apparentemente sembra essere un cappello e in realtà è un boa che ha divorato un elefante. Sarà soddisfatto dell’opera quando la pecora verrà rappresentata come chiusa in una cassa: questo si può vedere soltanto se nel cuore si mantiene la magia della fanciullezza che colora di straordinario fascino la realtà, facendola percepire con la sensibilità di un bimbo.
Sulla Terra un altro incontro farà fibrillare il cuore del Piccolo Principe: un’emozione incredibile scaturirà dal dialogo con la Volpe: – Addomesticami – gli dice, spiegandogli che una volta ammansita, con il fiorire di un legame d’affetto e di amicizia, sarà per sempre la sua volpe, non una volpe qualsiasi. Aggiunge ancora, il fulvo animale dalla folta coda, di essere consapevole che sarà inevitabile la sua sofferenza una volta che egli sarà partito con l’astronave: tutte le volte che lei vedrà il colore del grano, ripenserà al biondo dorato dei capelli del piccolo amico e pungente la nostalgia vivrà nel ricordo. Così un uragano d’affetto e di emozioni che, oltre alla bravura interpretativa, anche gli occhi delle attrici hanno saputo esprimere con un’efficacia straordinaria, fa scaturire quel legame che per sempre resterà nei ricordi dei personaggi con una scoperta incredibile: “L’essenziale è invisibile agli occhi” e ciò avviene quando si comprende che l’unico modo di “vedere” è quello di lasciarsi coinvolgere dai sentimenti che il nostro cuore fa scaturire dal profondo di noi stessi. “Non si vede bene che con il cuore” e sarà così che l’Aviatore, guardando le stelle brillare nel cielo, riuscirà a scorgere e ricordare, nello spazio infinito, il suo amico finalmente tornato vicino alla sua Rosa.
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