Notizie in Controluce

I candidati alla presidenza della Regione Lazio Donatella Bianchi, Alessio D’Amato, Francesco Rocca, Sonia Pecorilli, Rosa Rinaldi, hanno ricevuto l’invito, per sabato 4 febbraio 2023 alle ore 15,30 alla visita guidata di Santa Palomba, sito dove è prevista la costruzione del termovalorizzatore (il termine termovalorizzatore viene usato impropriamente: quello corretto è inceneritore).

L’invito è stato rivolto loro dalla “Rete di Associazioni a Tutela del territorio di Roma Sud” formato da una ventina di gruppi di cittadini che vanno dai Comitati di quartiere a Legambiente, a Italia Nostra, a varie associazioni culturali, preoccupati dell’impatto che il termovalorizzatore avrà (avrebbe) sulla vita delle presenti e delle future generazioni insediate nel quadrante sud di Roma e nei Castelli Romani.

Non si tratta di un semplice incontro, ma di un fondamentale passaggio democratico.  Ormai da lungo tempo vi è una profonda disaffezione dei cittadini rispetto alla politica e molti di loro non vanno a votare: ritengono che i politici siano un mondo a parte e che non li rappresentino (o pensano di peggio) e non li ascoltino. Nel caso dell’inceneritore di Santa Palomba la decisione è stata presa da entità lontane e sostanzialmente autoreferenziali, con poteri commissariali attribuiti al sindaco Gualtieri senza, di fatto, ascoltare le ragioni dei cittadini.

Lo schieramento dei cinque candidati è noto: sono a favore D’Amato e Rocca, sono contro Bianchi, Pecorilli, Rinaldi. Dato che, secondo la legge, non è previsto il ballottaggio, diventa presidente della Regione il candidato che prende più voti: nelle previsioni la tenzone è tra Rocca e D’Amato. Qualcuno dunque pensa che i due, che in varie occasioni hanno mostrato di conoscere solo superficialmente e male la problematica, si faranno vivi all’appuntamento del 4 febbraio, dove si troverebbero di fronte persone estremamente competenti sull’argomento e seriamente preoccupate per il futuro loro e dei propri figli? Sarà sicuramente più comodo per loro frequentare lidi ben più “amici”, come per esempio la città di Roma dove si concentrano i votanti, piuttosto che entrare nella “fossa dei leoni”, e raccontare la storia come fa comodo a loro, senza un contraddittorio. Sarà facile dire a cittadini romani esasperati che vedono cinghiali, topi, gabbiani vicini ai cassonetti che con l’inceneritore si risolve il problema della “monnezza” e non con la raccolta differenziata e con impianti piccoli e localizzati, magari omettendo pure di dire che quando vi è stato l’incendio di un impianto di rifiuti di Santa Palomba la nuvola di fumo nero è stata portata dal vento sul quartiere di San Giovanni.

L’incontro può essere un’opportunità per recuperare il vero rapporto tra elettore ed eletto, ma avverrà?

E qui si vedrà la nobilitate dei candidati: rincorrere il numero di voti (a Roma) per cercare di vincere la gara alle spese dei Castelli Romani trasformati nel luogo dove scaricare i problemi ambientali e sociali della Capitale, o, con padre Dante “seguir virture e canoscenza”? Non è virtù, e nemmeno democrazia, regolarsi soltanto con i numeri – la politica è anche, e soprattutto, coraggio e testimonianza di valori di convivenza civile, i valori fondanti della Costituzione.

Sarebbe bello e democratico se i due candidati papabili che si sono esplicitamente dichiarati favorevoli all’inceneritore si presentassero all’incontro affiancati dai loro esperti per un franco e aperto dialogo, ma ciò è quanto mai improbabile. Vedremo.

In ogni caso la strada della realizzazione dell’inceneritore è lunga, ci vorranno svariati anni (e molta acqua per il raffreddamento del forno), e non è escluso che verrà bloccata dai ricorsi che saranno presentati dalle Associazioni.