Il PCI su Autostrada Roma/Latina e Bretella Cisterna/Valmontone
Latina/Lazio . Il PCI su Autostrada Roma/Latina e Bretella Cisterna/Valmontone. No a sprechi e costi inutili. Si a programmazione di salvaguardia territoriale.
Avevamo sperato che la crisi pandemica potesse mettere in discussione un modello di crescita economico e sociale che ha prodotto guasti irreparabili. Avevamo sperato che la tragedia del crollo del Ponte Morandi indirizzasse priorità e risorse alla manutenzione, all’adeguamento e alla messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti e non alla costruzione di nuove infrastrutture che distruggono l’ambiente, provocano inquinamento e consumano ulteriore suolo. Avevamo sperato che la bocciatura, da parte della Corte dei Conti Europea, del progetto TAV Torino-Lione, insieme ad altri progetti, tra cui il traforo del Brennero, tutti appartenenti al programma Ten-T, quello dei Corridoi europei, varato circa 30 anni fa insieme al trattato di Maastricht, potesse indirizzare le politiche verso altre soluzioni. Una speranza che prima “Il Piano Colao”, della task force di manager, poi “Il DL semplificazioni”, del Governo PD-M5S, e infine “Il nuovo volto del Lazio: Infrastrutture, cantieri, opere” della Giunta Zingaretti hanno definitivamente cancellata. Ha prevalso la solita logica che riaffiora ogni volta che c’è una crisi. La logica capitalista, che fa della crisi l’occasione per chiedere assistenza allo Stato, la logica che serve per sopravvivere alle crisi in modo da poter porre poi le basi per produrre nuova accumulazione di capitale. La logica del non rispetto delle regole per gli investimenti pubblici. Ancora una volta la miopia politica del PD e dei suoi alleati ha prodotto nel Lazio una risposta inadeguata che non guarda alla collettività ma agli interessi privati di imprese e lobby che non hanno a cuore la salvaguardia ambientale e territoriale, e ci consegna un’idea di ripartenza che sa di vecchio e che colpisce anche il territorio Pontino, con la prospettiva di realizzare collegamenti autostradali a pedaggio, come l’autostrada Roma-Latina e la Bretella Cisterna-Valmontone. Da Comunisti ribadiamo, come facciamo ormai da anni, da quando si parlava di Corridoio Tirrenico Meridionale e dallo Studio di fattibilità della Società Bonifica del 1989, la nostra contrarietà ai progetti infrastrutturali che: 1. risultano un’opera inutile per le comunità e i territori coinvolti; 2. non risolvono la crisi industriale del territorio pontino; 3. avranno pesanti conseguenze dal punto di vista economico e paesaggistico con la distruzione ed espropriazione di aziende agricole con perdita di posti di lavoro; 4. deturperanno importanti aree di pregio naturalistico e storico-archeologico nonché di interesse comunitario come il Parco regionale di Decima-Malafede, la Riserva Statale del Litorale romano, i Monumenti Naturali di Torrecchia Vecchia e Lago di Giulianello; 5.aumenteranno l’inquinamento acustico ed atmosferico.
Restiamo convinti che l’alternativa era ed è una politica di salvaguardia del territorio, a partire dal riassetto idrogeologico, e ripensare il piano complessivo della mobilità che garantirebbe maggiori benefici collettivi, partendo dalla messa in sicurezza del sistema viario esistente, in primis della Pontina; il potenziamento del sistema ferroviario regionale, l’ammodernamento del sistema di trasporto marittimo. Da Comunisti continueremo a lottare per affermare una nuova politica al servizio della collettività e del territorio, privilegiando politiche di pianificazione e prevenzione che ci permettono di risparmiare costi e sprechi di denaro pubblico.
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