Il PCI Lazio denuncia il fallimento che ha trasformato una occasione in un miraggio: L’Interporto
Roma/Frosinone.Il PCI Lazio denuncia il fallimento che ha trasformato una occasione in un miraggio: L’Interporto.
Ora, pare che siamo alle prese col mondo dei balocchi dei 209 miliardi che arriveranno dalla UE all’Italia. Ma non sarà adesso (è il 2023 l’anno in cui eventualmente sarà materialmente disponibile qualche anticipo delle somme. Che comunque non sono un gentile regalo ma prestiti differiti da restituire). Invece, il nostro Paese, e in particolare la Ciociaria ha già sofferto il balletto delle promesse non mantenute. Per questo il PCI del Lazio interviene con questa dura denuncia: “Quando nel 1991 si cominciò a parlare di interporto, i progetti erano davvero faraonici ed era il periodo dove si poneva l’attenzione sull’intermodalità per rendere il trasporto più efficiente ed ecosostenibile. – racconta Oreste della Posta, segretario PCI Lazio – Dopodiché, a distanza di trenta anni la Società Interporto Frosinone (SIF) è fallita. Restano un capannone di 3000 mq e 15 ettari di terreno. Doveva essere un sogno, invece si è rivelato un miraggio. La sua ubicazione era prevista tra l’uscita del casello autostradale e la ferrovia a Frosinone, e prevedeva un’area integrata di 602.576 mq con raccordi ferroviari e strutture con magazzini e piazzali di stoccaggio delle merci, una piattaforma per l’interscambio ferro-gomma al servizio di tutto il Centro Italia. L’8 gennaio 1991 nasceva la SIF con la provincia di Frosinone principale azionista al 64%, il Comune di Frosinone con il 10,3%, il Comune di Ferentino 9,3% e la Camera di Commercio 9,8%. Il fallimento di questo progetto è da ricercarsi in alcuni fattori, tra i quali le vicende di Tangentopoli del 1991-95 nonché l’inefficiente apparato burocratico statale, quest’ultimo incapace di dare una risposta ai problemi logistici come l’assenza di un piano regolatore territoriale, l’indisponibilità di aree necessarie e, non ultimo, il ritrovamento di un sito archeologico risalente al Neolitico. – continua il dirigente comunista – Possiamo affermare con estrema precisione che la Ciociaria ha perso una grande occasione di crescita e sviluppo del proprio territorio, poiché un aumento del PIL dell’1% avrebbe determinato un incremento dell’esigenza di trasporto almeno dell’1,5-2%, anche alla luce degli attuali volumi di vendita sul web. Un’altra storia simile è la questione legata alla mancata realizzazione dell’aeroporto civile di Frosinone, di cui non se n’è fatto nulla e che ha comportato l’ennesima occasione di sviluppo mancato in Ciociaria. E’ evidente – conclude Della Posta – che al fine di costruire uno Stato moderno ed efficiente vadano adottate politiche riformatrici che intervengano sull’apparato burocratico, ponendo al centro la meritocrazia. E questa sarebbe una vera e propria
rivoluzione copernicana per l’Italia.”.
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