Il PCI impegnato con RFe le altre forze di sinistra di Albano per garantire il buon governo della citta’ anche alle prossime amministrative di primavera.
“Vedo che oggi la politica segue le logiche della moda, spesso dimenticandosi delle sue regole storiche. Leggo e seguo con attenzione – spiega Aversa – anche sulla vostra testata, di crescenti adesioni alla Lega Nord, in particolare ad Albano. Mi chiedo io cosa c’entri la Lega Nord con la storia, la cultura e la vocazione di Albano e dei Castelli in generale. Secondo me assolutamente nulla, ed interpreto questa ricerca, un po’ scomposta, di contenitori politici in base alla visibilità del momento, come una conseguenza della vera malattia della politica odierna, ossia la scomparsa e la distruzione dei partiti politici, su ogni versante”.
Anche a sinistra?
“In parte si, ed è proprio qui che va l’azione mia e di molti altri compagni sul territorio al fine di ricomporre un tessuto politico unitario a sinistra, all’insegna di quella cultura politica di cui i Castelli Romani sono profondamente legati”.
Quella comunista?
“Si; quella comunista, ma non solo, quella che ha permesso a Sindaci come Cesaroni, Antonacci e Ciocci, per citarne i più noti, in realtà come quelle di Genzano, Albano e Marino, di essere positivamente ricordati anche oggi, dopo decenni”.
Non crede che questo merito vada ascritto a quelle singole personalità?
“Non del tutto: o meglio, certamente personalità come quelle che ho citato hanno portato un valore aggiunto riconosciuto negli anni da tutti i cittadini, ma quelle, appunto, personalità, hanno potuto tradurre una politica in amministrazione perchè erano figlie di una cultura politica che poneva i partiti, nel loro caso il Partito Comunista, come interlocutore della società, capace di ascoltare ed interpretare i bisogni dei cittadini, traducendoli in azioni amministrative in coerenza con l’interesse generale. Oggi a quelle personalità, con la scomparsa dei partiti, si è sostituito il personalismo, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.
Non crede che una risposta comunista ai problemi di oggi sia un po’ retrò?
“Per ora vedo che le risposte più “moderne” e tecnologicamente avanzate vivono momenti di grande arretramento e difficoltà. Si guardi al Movimento Cinque Stelle che, pur esprimendo ansie e criticità reali della società, va in crisi quando rifiuta il suo essere “partito” ed il concetto stesso di partito politico, non capendo che è la costruzione o ricostruzione dei partiti l’unica vera risposta alla crisi”.
Come valuta i recenti esiti delle elezioni regionali nella rossa Emilia?
“Il problema prioritario che mi pongo è quello dell’astensionismo, di come combatterlo ed abbatterlo. E la risposta a ciò la vedo soltanto nella rinascita dei partiti, in particolare a sinistra. La gente deve riprendere l’abitudine a fidarsi dei partiti, perchè in essi rivede la rappresentanza di problemi reali, non di interessi personali”.
Cosa fanno i comunisti e la sinistra ad Albano?
“Noi stiamo lavorando per costruire una lista unitaria della sinistra a sostegno del Sindaco Nicola Marini, aperta ai Comunisti Italiani a Rifondazione Comunista, a Sel ed a tutte quelle realtà che vogliano confrontarsi, per una proposta politica di centrosinistra che si riaffermi alla guida della città. In tal senso abbiamo già avviato, con Federica Pezzi, una serie di iniziative aperte che implementeremo nelle prossime settimane”.
A sinistra però Marini non pare godere di molta popolarità: sia dentro il suo partito, il Pd, con le recenti prese di posizione di Albano 2030, che dai settori storicamente di sinistra che si stanno raccogliendo attorno alla candidatura a Sindaco di Giorgio Battistelli. Come giudica tutto questo?
“Secondo noi, l’amministrazione Marini ha ben governato, con punte di eccellenza ed alcune criticità che secondo noi vanno superate nella prossima legislatura. Nelle politiche scolastiche ad esempio, il giudizio e l’apprezzamento dei cittadini verso l’assessore Zeppieri e la sua politica, supportata da tutta l’amministrazione, è un segno ampiamente positivo, così come il lavoro fatto nell’ambito della cultura”.
E per le criticità cosa dite?
“Alle criticità noi rispondiamo con delle proposte politiche, non con delle sterili rivendicazioni. Noi crediamo che l’introduzione del bilancio sociale partecipato sia una risposta concreta per riavvicinare cittadini e istituzioni, soprattutto nelle realtà delle frazioni di Cecchina e Pavona. Destinare una parte delle risorse del bilancio comunale a disposizione di scelte che vengono dal basso, direttamente da chi vive i territori, crediamo sia molto utile e positivo. Chi meglio di chi ci vive può sapere se in un quartiere sia più utile investire una data cifra disponibile su una scuola, piuttosto che una strada, oppure un centro sportivo, o ancora una biblioteca, per citare alcuni esempi. Realtà ove il bilancio sociale partecipato è stato correttamente sperimentato stanno dando risposte molto incoraggianti proprio in termini di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Con ciò si torna al problema della partecipazione e dell’astensionismo dalle urne appunto”.
A cosa o a chi si riferisce quando parla di “sterili rivendicazioni”?
“Parlo di questa quasi spasmodica richiesta di primarie da parte di Albano 2030, che a mio avviso non è supportata da altrettanto forti piattaforme di proposta programmatica. Quei compagni a mio avviso stanno soltanto cercando di risolvere i loro problemi dentro il Partito Democratico scaricandoli sulla coalizione: tutto questo non lo condivido e secondo me non è corretto politicamente. Loro pongono due problemi, uno programmatico, al quale non danno però risposte alternative nel merito, fermandosi ai titoli, l’altro sul candidato Sindaco, senza un reale costrutto politico”.
E su Battistelli cosa ci dice?
“Nulla di personale, rilevo soltanto che una proposta politica che si poggia sull’indubbia immagine popolare di una figura di spessore culturale quale il Maestro Battistelli, o doveva trovare ampia rispondenza in città sin da subito, oppure, come sta succedendo, resta confinata nell’ambito di poche elite di sinistra che non fanno altro che mettere in discussione la vittoria del centrosinistra, magari a beneficio delle nascenti forze leghiste. Io parlo chiaro e dico che la proposta di Battistelli ad oggi non ha avuto il necessario consenso da parte dei cittadini ed è rimasta solo uno strumento politico in mano a pochi, fuori dall’interesse generale”.
La solita sinistra autolesionista?
“Io parlerei di scelte elitarie che quando si verificano a sinistra hanno sempre fatto male alla sinistra ed alle classi lavoratrici che la sinistra rappresenta”.
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