IL NONO RAPPORTO DELL’ISTAT SUL BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE
Il Rapporto BES (Benessere Equo e Sostenibile) dell’ISTAT è un ritratto in profondità dello stato del Paese, disegnato dalla statistica ufficiale attraverso la lente del benessere dei cittadini. Il benessere è, o dovrebbe essere, l’obiettivo finale delle politiche pubbliche. Un traguardo impegnativo, a volte arduo, soprattutto quando le circostanze sono avverse: per una pandemia devastante, per la crisi ambientale, per le minacce alla pace in Europa.
Con i suoi 153 indicatori, il BES rappresenta uno strumento fine ed esaustivo di misurazione del grado con cui le politiche producono, in concreto, cambiamenti sulla vita delle persone. I dati sono organizzati in grandi domini: salute, istruzione e formazione, lavoro, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, qualità dei servizi.
Il Rapporto BES fornisce, nella misura del possibile alla domanda: “Come va la vita, in Italia?”.
Di seguito una sintesi dei risultati.
Guardando agli aspetti positivi, i dati mostrano che il benessere aumenta nel 2021, ma con aree di sofferenza nuove e vecchie. In particolare: 1. La pandemia ci ha dato un duro colpo ma la crescita della copertura vaccinale, la fiducia dei cittadini nella scienza e l’adesione alle politiche hanno permesso di ridurre fortemente il danno. Nonostante la crescita della mortalità, manteniamo una speranza di vita ai livelli più alti di Europa. 2. Dopo il crollo dell’occupazione del 2020 si registra una forte capacità di resilienza del Paese nel 2021 che torna al tasso di occupazione del 4° trimestre 2019, ma con più precari e meno indipendenti. 3. Cresce l’uso di internet specie tra anziani e bambini, si estende la formazione continua, aumenta la partecipazione politica. 4. Migliora anche la sicurezza dei cittadini. 5. Migliorano alcune condizioni ambientali, come la qualità dell’aria, la produzione rifiuti e la raccolta differenziata
Il rovescio della medaglia è che in Italia vi è il rischio di una crescita senza equità e non sostenibile: 1. L’importante ripresa economica non riduce la povertà assoluta che cresce nel Mezzogiorno e tra i minori. 2. La soddisfazione per la vita aumenta, ma non per i giovani da 14 a 19 anni, che soffrono il calo delle relazioni amicali, l’insoddisfazione per il tempo libero, il crollo della fruizione culturale. Due anni di pandemia hanno avuto un impatto sulla formazione, con un minore e basso livello di competenze dei ragazzi e un arresto della crescita del numero di giovani di 30-34 anni con titoli universitari. 3. Una continua criticità della presenza delle donne nei luoghi decisionali e nel mercato del lavoro, con tassi di occupazione femminili bassi e in fondo alla graduatoria europea. 4. La spesa per ricerca e innovazione e la spesa pubblica per cultura e paesaggio restano tra le più basse d’Europa. 5. Pur riducendosi, l’indice di abusivismo edilizio è molto alto al Sud. 6. I cambiamenti climatici mostrano i loro effetti negativi su tutto il territorio nazionale. 7. Le ulteriori difficoltà che stanno emergendo con la guerra in Ucraina e l’aumento dell’inflazione potranno non solo mettere a rischio la crescita, ma aumentare il rischio che sia senza equità.
Il Rapporto si chiude con l’auspicio che il PNRR possa contribuire in maniera determinante alla soluzione dei tanti problemi che limitano il livello di benessere equo e sostenibile di un Paese che, comunque, è ai più elevati livelli di qualità della vita.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento