“IL MONS ALBANUS E LA MITICA ALBA LONGA”
Si è tenuto sabato 30 gennaio 2021, alle ore 17.00, il dialogo in video conferenza “IL MONS ALBANUS E LA MITICA ALBA LONGA. Il Monte Cavo caso unico per storia e archeologia da decenni dimenticato sotto una selva di antenne”. A cura di Enrico Del Vescovo, ne hanno discusso Filippo Coarelli “archeologo, professore emerito di storia romana” e Alexandre Grandazzi, “professore all’Università di Parigi La Sorbonne”. Organizzato dal Parco Regionale dei Castelli Romani, Italia Nostra Castelli Romani e Archeoclub d’Italia Etruria merid. Tirr., ci si è domandati come coniugare cultura, problematiche d’attualità, il territorio, la sua gestione e messe in evidenza alcune criticità storiche: “Il Mons Albanus era la capitale di tutte le genti latine in epoca preromana”, dove certamente Alba Longa è avvolta nel mito. “Luogo importante e suggestivo dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico”, attraversato dalla “Via Sacra”, è presente il “Convento dei Passionisti” (abbandonato), dichiarato “monumento nazionale”, alberi secolari e, alla sua cima, una “giungla di antenne radio-televisive” dove si è fatto riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato del 2017 e posti la domanda se Il digitale, le nuove tecnologie, sostituiranno le antenne in futuro con l’eliminazione dei tralicci. Il Monte Albano è stato meta d’interesse storico-letterario, le Feriae Latinae nella sua sommità venivano celebrate nel mondo romano, una riunione collettiva dove partecipavano per tre giorni il popolo e le maggiori istituzioni romane: apertura al mondo ma anche sottomissione da parte di Roma. Tra le personalità di spicco figurarono Camillo, Pompeo, Cesare, Augusto e diversi imperatori. Offerte a Juppiter Latiaris tramite latte, formaggio e il sacrificio di un toro bianco da parte dei Consoli romani, i sacerdoti e il bosco sacro. Studiosi collocano la città di Alba Longa sita in loco. I fatti della Roma arcaica sono conosciuti tramite autori tardi rispetto ai fatti accaduti: Ab Urbe Condita di Tito Livio che fa riferimento a storici anteriori e incompleta, la “lista” di Plinio, etc. Il problema della documentazione. Pertanto, la storia dei fatti puntuali è difficile da ricostruire. In aiuto epigrafi, iscrizioni (es. Lapis Niger), gli scavi archeologici produttivi di nuova realtà ma spesso l’idea che si ha di un luogo spesso non combacia con i ritrovamenti. Citato Giorgio Pasquali, “La grande Roma dei Tarquini” degli anni ’30, la storia non sempre progressiva, le problematiche che possono essere affrontate da varie discipline come mezzo per il fine. Esistono certamente delle verità da cercare dove si conoscono tante piccole verità e solo la tensione al vero non rende la storia retorica, rendendo il lavoro privo di senso e la ricerca deve saper superare i condizionamenti, o almeno provarci, posti in essere. La cultura (tradizioni e lingua) latina è fatta risalire intorno al XII sec. a.C. e gli scavi in loco hanno riportato alla luce reperti risalenti all’età media del bronzo. Alba Longa relegata al mito? Il mito nel mondo antico è fondatore e pertanto esiste nella leggenda ma nella realtà? Sarebbe stata distrutta nel VII sec. a.C. pertanto è stata creata e in seguito distrutta. Fare progressi e conquistare conoscenze. I paradigmi dll’800 e la storia “ipercritica”. Il modello del progresso per i romani era nel passato: si rinnova tornando al passato facendo passare le tradizioni come nuove.
Foto: archivio professor Alexandre Grandazzi.
Alessandro Mazzarini.
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