Il matrimonio celebrato dai Rom è valido a tutti gli effetti
La Corte europea dei Diritti Umani sentenzia che il matrimonio celebrato dai Rom è valido a tutti gli effetti
Milano, 9 dicembre 2009. Riceviamo da Juan de Dios Ramírez-Heredia, presidente di Union Romani, una notizia confortante, in questo periodo di crisi dei Diritti Umani. Due anni fa María Luisa Muñoz Díaz, detta “La Nena”, madre di sei figli, presentò ricorso alla Corte europea dei Diritti Umani dopo che i tribunali spagnoli, nei tre gradi, le avevano negato il diritto alla pensione di vedovanza, poiché la legge non riconosceva il matrimonio gitano. María Luisa si era sposata nel 1971, all’età di 15 anni, con la tradizionale cerimonia Rom. Il mancato riconoscimento del matrimonio ai fini pensionistici aveva ottenuto ampia eco sulla stampa e aveva gettato il popolo gitano nello sconforto, perché negava valore a una cerimonia antica, che è al centro della cultura e della vita sociale del popolo Rom. Con il supporto di Unión Romaní e della Fundación Secretariado Gitano, la donna era quindi ricorsa alla Corte di Strasburgo, che finalmente le dava ragione. “Oggi è un gran giorno non solo per i gitani di Spagna,” commenta il presidente di Unión Romaní, “ma per il popolo Rom nell’Unione europea. Non festeggiamo solo la vittoria di María Luisa, cha avrà la sua pensione, ma finalmente vediamo riconosciuto per la prima volta il valore legale del nostro matrimonio”.
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