Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov
Leggenda vuole che dietro alla nascita di un capolavoro ci sia spesso una genesi tribolata. Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov non fa eccezione: lo scrittore russo comincia a scrivere il romanzo nel 1928 ma due anni dopo, per scongiurare la censura sovietica che non vedeva di buon occhio la sua opera dal sapore cabalistico, è costretto a distruggere l’unica copia. Ma Bulgakov non si perde d’animo e, attingendo alla sua memoria, riscrive interamente il romanzo che verrà ultimato solamente nel 1940, pochi giorni prima della sua morte. Solo venticinque anni dopo però, sfruttando il clima di timida destalinizzazione, l’opera potrà uscire dalla clandestinità e essere data alle stampe.
Capolavoro di ironia, fantasia e satira sociale e politica Il Maestro e Margherita fa della sua trama semplice e accattivante il suo punto di forza: nella Mosca degli anni ’20, celato sotto falso nome, giunge niente meno che il diavolo in persona con tutto il seguito della sua stramba corte: un gatto nero di dimensioni quasi umane che si comporta come un uomo, un dandy intellettuale che indossa occhiali a molla e vestiti eccentrici e uno scagnozzo rosso malpelo con un corno in mezzo alla fronte. Getteranno nello scompiglio l’intera capitale facendo impazzire chiunque abbia la sfortuna di incontrarli. Ma, a modo loro, riusciranno a fare anche del bene: aiuteranno infatti la bella e insoddisfatta Margherita a riabbracciare l’uomo della sua vita, il Maestro, rinchiuso in manicomio per aver scritto una vita di Ponzio Pilato in cui si affermava che Gesù Cristo era realmente esistito.
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