Il Leader atteso… – 1/2
Con il più grande rispetto per la Sacra Scrittura, come semplice sacerdote, mi permetto una lettura della stessa con un “occhio” alla situazione contemporanea di disorientamento di fronte ai leader di questo mondo. La speranza è che i capi di questo mondo si lascino illuminare dal Figlio di Dio, Leader dell’intera umanità. Nella lettura devota della Sacra Scrittura, il popolo d’Israele diventava sempre più consapevole che Dio, molte volte e in diversi modi, aveva promesso l’invio di un Leader, di un Liberatore.
Mai come agli inizi dell’era cristiana il popolo d’Israele aveva moltiplicato le suppliche a Dio perché mantenesse la sua promessa.
Con il più grande rispetto per la Sacra Scrittura, come semplice sacerdote, mi permetto una lettura della stessa con un “occhio” alla situazione contemporanea di disorientamento di fronte ai leader di questo mondo. La speranza è che i capi di questo mondo si lascino illuminare dal Figlio di Dio, Leader dell’intera umanità. Nella lettura devota della Sacra Scrittura, il popolo d’Israele diventava sempre più consapevole che Dio, molte volte e in diversi modi, aveva promesso l’invio di un Leader, di un Liberatore. Mai come agli inizi dell’era cristiana il popolo d’Israele aveva moltiplicato le suppliche a Dio perché mantenesse la sua promessa. Agli inizi della nostra era la Palestina vive una “crisi epocale”. Il governo locale, il Sinedrio, formato dai sacerdoti del partito dei Sadducei, dai Farisei e dagli anziani del popolo, tre partiti spesso in lotta fra loro, è succube di un sistema economico globale voluto dall’Impero romano (che dominava il mondo allora conosciuto). Un Impero tutto impegnato a imporre un nuovo ordine mondiale con la “forza” delle legioni romane, e con il motto: Mors tua vita mea! (= guerra preventiva). Il Sinedrio, formato da tutti i partiti presenti in Israele, mette al primo posto il profitto e l’interesse di pochi. In questo modo mentre i ricchi diventano sempre più ricchi i poveri sprofondano nella miseria più assoluta. Anche le classi medio-borghesi devono fare i conti con questa crisi: si moltiplica la corruzione a tutti i livelli, il consumo dei beni diminuisce e la ripresa produttiva diventa una chimera. Ma la crisi colpisce soprattutto le classi più indigenti: è sempre più difficile trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato, si trovano solo, per alcuni, contratti di lavoro a termine, lavori in “affitto”, la cui caratteristica è la precarietà. Si allarga dunque l’area della povertà e moltitudini immense vivono ai margini della vita. La mancanza del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo – come il diritto al lavoro e al giusto salario, alla casa, all’istruzione, alla sanità – si ripercuote sulla qualità della vita della gente, rendendo la situazione esplosiva. Date queste premesse diventa chiaro che l’insicurezza, il disorientamento e l’angoscia per il futuro distruggono, nelle persone, il gusto per la vita.I giovani sono coloro che soffrono di più: impossibilitati a fare progetti a lungo termine, come per esempio sposarsi, sono costretti a permanere a lungo nella famiglia. Le giovani generazioni sempre più avvilite e deluse dalle ingiustizie da cui si vedono circondati, non scorgono davanti a sé nessun avvenire sicuro, nella libertà e nella pace. Per questo la maggioranza dei giovani “evade” dalla realtà, percepita come una prigione, e si rifugia nelle piccole soddisfazioni della vita quotidiana che fanno loro dimenticare, per qualche istante, il vuoto che avvertono interiormente. Per alcuni la “fuga” in piccole comunità religiose – gli Esseni – che aspettano senza far niente l’arrivo di una fantomatica liberazione “dall’alto”; per altri la ribellione violenta in gruppi terroristici – gli Zeloti – che cercano, con la violenza, anche a costo di stragi di persone innocenti, lo “scontro di civiltà” che solo può portare, secondo la loro fede, alla nascita di un nuovo mondo. Molti – esasperati dalla miseria e dall’abbandono nel quale vivono e scandalizzati dalla corruzione che vedono in coloro che dovrebbero guidarli – entrano a far parte di organizzazioni a delinquere che promettono facili guadagni trafficando la morte. Nella Sacra Scrittura, l’identità del Leader non era molto chiara. Secondo la corrente “sacerdotale”, il Liberatore sarebbe stato un Sacerdote: «[L’Angelo] Gabriele… mi rivolse questo discorso: Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere… Ora sta attento alla parola e comprendi la visione: Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi. Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi». (Dn. 9,22 ss.).Secondo la corrente “profetica” invece, il Messia sarebbe stato un Profeta come Mosè: «Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto…» (Dt. 18,15). E ancora: «Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo» (At. 3,22ss). Secondo la corrente “regale”, il Salvatore sarebbe stato un Re della discendenza del grande Re Davide: «Ma quella stessa notte questa parola del Signore fu rivolta a Natan: Và e riferisci al mio servo Davide – dice il Signore – Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?...». Non Davide costruirà una casa a Dio, ma Dio costruirà una “casa” a Davide: «Te poi il Signore farà grande, poiché una casa farà a te il Signore. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno…» (2 Sam. 7,14ss). Con Isaia la profezia si concretizza ancora di più: «Allora Isaia disse: Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is. 7,13 ss). Dio compirà la sua promessa in un modo che supererà tutte le attese, e che sconvolgerà tutti gli schemi. Per un “divino effetto di concentrazione”, il Messia concentrerà nella sua persona, non solo tutte le funzioni: regale, sacerdotale e profetica ma, essendo Egli stesso la Persona divina del Figlio, metterà in campo, per la salvezza dell’umanità, tutta la sua potenza divina. (Fine parte prima)
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