Il Gruppo EveryOne aderisce all’appello dei docenti dell’Università di Bari per il diritto d’asilo
Il Gruppo EveryOne aderisce all’appello dei docenti dell’Università di Bari per il diritto d’asilo, a sostegno dei profughi somali
Milano, 5 novembre 2009. L’atteggiamento delle Istituzioni italiane verso i profughi da Paesi in crisi umanitaria è stato più volte stigmatizzato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dall’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, dalla Commissione europea e dalle principali organizzazioni umanitarie. Dopo una sequenza impressionante di respingimenti illegittimi sul versante meridionale e su quello adriatico; dopo l’approvazione della legge n. 94/2009, che equipara il migrante “clandestino” a un criminale e lo perseguita come tale; dopo episodi reiterati di maltrattamenti e torture nei Cie; dopo l’avvio di una vergognosa “caccia razziale” in molte città italiane; dopo i proclami – amplificati da media irresponsabili – dei movimenti e dei partiti razzisti; dopo che l’Italia, da Paese solidale e civile, è stata trasformata in un luogo di razzismo e persecuzione etnica, dopo tutto questo è tempo che attivisti e cittadini ancora tolleranti uniscano le loro voci e conducano – non solo occasionalmente, ma con impegno e continuità – istanze di giustizia sociale, unico baluardo contro un imbarbarimento che somiglia sempre di più a quel fenomeno di disumanizzazione delle società che condusse, la prima metà del secolo scorso, alle leggi razziali e all’Olocausto. La situazione in cui versano i profughi somali rifugiatisi presso il Ferrhotel di Bari è emblematica dell’orientamento delle nostre Istituzioni verso la realtà dei profughi e dei rifugiati, che si concreta in politiche di rifiuto o – nei rari casi in cui le commissioni non possono sottrarsi alla concessione di protezione umanitaria o asilo politico – di totale abbandono dei cittadini stranieri che avrebbero invece diritto a tutela e sostegno. E’ un’autentica vergogna per tutta la società italiana, che anziché ottemperare ai propri doveri umanitari, anziché fregiarsi della propria capacità di accogliere, è solo capace di seminare pregiudizi e umiliare gli esseri umani che fuggono da situazioni di guerra, epidemia, carestia, persecuzione, costringendoli a sopravvivere mendicando, sotto i ponti o in edifici fatiscenti, esposti ai gruppi razzisti o al reclutamento dei disperati che rafforza le file del crimine organizzato. In una società sana, i profughi dovrebbero essere messi in condizioni di vivere dignitosamente e di testimoniare alle nuove generazioni gli orrori dei conflitti e della fame, con la stessa dignità dei Testimoni della Shoah. Nell’aderire all’appello dei docenti dell’Università di Bari per il diritto d’asilo, a sostegno dei profughi somali, il Gruppo EveryOne si augura che il capoluogo pugliese – con l’appoggio delle organizzazioni e dei cittadini antirazzisti – voglia essere fra le poche città capaci di invertire la tendenza xenofoba che imperversa in Italia, portando un esempio di ritrovata umanità e solidarietà e mettendo nuovamente la figura del profugo, del pellegrino (emblema dei Diritti Umani), al centro dell’etica e della cultura civile e democratica.
La petizione
L’occupazione del Ferrhotel, a Bari, da parte di un gruppo di profughi somali solleva una questione di vasta portata che le istituzioni locali, le forze politiche, intellettuali e civili della città non possono continuare a ignorare. Si tratta di uomini e donne scampati nel loro paese a conflitti, carestie, persecuzioni politiche e religiose. Molti di loro godono dello status di rifugiato politico, altri sono richiedenti asilo in attesa di riconoscimento. Tutti, in ogni caso, beneficiano di un regolare permesso di soggiorno. Una volta usciti dal CARA, si sono ritrovati a vagare per la città senza meta, senza mezzi di sostentamento e privi di un qualsiasi riparo abitativo. Data la latitanza delle istituzioni, essi hanno dunque deciso di agire autonomamente per la tutela del proprio diritto ad una vita dignitosa. Non si tratta di una situazione d’emergenza legata a questa specifica vicenda. Il problema dell’accoglienza dei profughi nella città di Bari ha assunto caratteri strutturali e si ripropone con regolarità ormai da molti anni. Sappiamo bene che le istituzioni locali sono sottoposte a un sovraccarico di domande sociali, ma non è accettabile che il diritto d’asilo venga garantito solo a livello formale, negando poi ai titolari gli strumenti necessari a renderlo concretamente esigibile. E’ intollerabile che i profughi vengano prima accolti e poi spediti a vivere sotto i ponti (prestandosi, tra l’altro, a facili strumentalizzazioni in materia di ordine pubblico e sicurezza). Chiediamo a tutte le istituzioni locali competenti (il Comune di Bari, in primo luogo) di attivarsi affinché la parola “accoglienza” non resti un’evocazione retorica e vuota. Chiediamo che vengano fornite risposte strutturali ai bisogni abitativi, occupazionali, formativi e socio-sanitari dei profughi, evitando le soluzioni palliative, reclusorie e stigmatizzanti ipotizzate in questi giorni. Chiediamo che Bari e la Puglia, valorizzando la propria vocazione mediterranea, diventino realmente – e non solo negli slogan elettorali – un modello di accoglienza per tutto il paese.
Per aderire, scrivere a:
appelloferrhotel@yahoo.it
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+39 334 8429527 :: +39 331 3585406
info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com
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