Il greco Alexis Tsipras per un’altra Europa
Alle prossime elezioni europee, che si terranno il 25 maggio 2014, ci sarà una lista italiana di candidati al Parlamento europeo che porterà il nome di un ingegnere quarantenne di Atene: Alexis Tsipras, candidato alla presidenza della Commissione Europea. Questa lista è stata promossa sulla rivista mensile Micromega da Barbara Spinelli, Paolo Flores d’Arcais, Andrea Camilleri, Marco Revelli, Luciano Gallino e Guido Viale. In Grecia i sondaggi danno al 30% la lista di Tsipras. Il leader greco parte dall’osservazione che è stato programmato da tempo il futuro europeo fatto di banchieri felici e di società infelici, e che serve un cambio di rotta.
L’alternativa è quella che vede la società europea artefice del proprio futuro. È il popolo europeo – egli dice – che deve proteggersi dalla speculazione del capitale finanziario che sta creando ovunque una crescente diseguaglianza sociale.
Per il quarantenne greco occorre uscire dalla crisi attuale attraverso un nuovo modello di produzione basato su lavoro dignitoso delle diverse categorie sociali, espansione dei beni pubblici e protezione dell’ambiente. Ci vuole, in buona sostanza, un’Europa dei popoli e non un’Europa delle banche e di una dozzina di potenti multinazionali, che hanno imposto agli Stati nazionali regole come il pareggio di bilancio e l’austerità. Tsipras punta, in tal modo, a modificare gli equilibri politici europei. Non più “larghe intese” che garantiscono la politica di austerità europea, bensì una sinistra alternativa a quella tedesca di Martin Shulz che sostiene – colpevolmente – la politica della Merkel. Il leader greco propone di combattere non solo l’euroliberismo (sostenuto pure in Italia sia dalla destra che dalla sinistra), ma anche l’euroscetticismo nazionalista. Egli infatti dice no alla “grande coalizione” che si prepara in Europa tra socialisti europei e democristiani europei, e dice no anche alla fuga dall’euro. Perché gli Stati non possono farcela da soli, uscendo dall’euro, in un’economia globalizzata. Ma l’euro non resisterà comunque, se non diventerà la moneta di un governo democratico sovranazionale e di politiche comuni che condividono gli stessi ideali di pace, libertà e giustizia sociale.
L’Europa deve divenire, quindi, unione politica e deve darsi una nuova comune Costituzione: regole scritte non più dai governi nazionali ma dal Parlamento europeo, dopo un’ampia consultazione delle organizzazioni associative e dei cittadini all’interno di ogni Paese. Regole che mettano al centro lo Stato di diritto, la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico dell’Europa, e nuovi investimenti che proteggano l’ambiente con lo sviluppo della green economy. Oggi Tsipras dice che ci vuole un “piano Marshall” dell’Unione, che crei posti di lavoro attraverso comuni piani di investimento (ad esempio su energie rinnovabili) per offrire sostegno all’Europa del Sud che non ce la fa. Altrimenti l’Europa non sopravviverà!
Ma oltre a comuni piani di investimento ci vuole anche una comune politica di contrasto alle mafie, al riciclaggio, all’evasione fiscale e alla corruzione, in modo tale che in Europa non sia più consentito opporre il segreto bancario alle indagini della magistratura di altri Paesi per proteggere l’anonimato di capitali “grigi”. La Banca Centrale Europea dovrà avere il potere della Federal Reserve americana, garantendo prezzi stabili, sviluppo del reddito e dell’occupazione. Altrettanto comune dovrà diventare la politica estera, non più a rimorchio degli Stati Uniti, che perde potenza ma non prepotenza.
In Italia questa lista potrà essere sostenuta da un insieme molto grande di realtà organizzate e autonome dagli apparati partitici. Gli eletti italiani della lista siederanno nell’Europarlamento nel gruppo con Tsipras (gue-Sinistra Unitaria Europea). I garanti di questa lista sono gli stessi promotori sopra citati, non disponibili a candidarsi. Essi vogliono un’altra Europa che non è rappresentata dal Pd, visto l’appoggio al governo Monti prima e Letta-Alfano poi, e vista l’azione del Pd per scardinare i principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Ma perché i promotori della lista Tsipras hanno scelto di candidare un greco? Perché la Grecia, culla della civiltà europea, è stata utilizzata come cavia durante la crisi ed è stata messa a terra con l’imposizione delle regole di austerity. E ammazzare la Grecia equivale a uccidere la propria madre.
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